sabato 30 maggio 2009

Seppie al forno (ricetta di Maiorca)... salvate

Questa ricetta ha rischiato di essere un disastro, ma per fortuna siamo riusciti a salvarla (anche perché ormai non avrei potuto più nemmeno partecipare al Ciofeca's day di Alex!
Nel bel mezzo della cottura, quando già stavo pregustando il profumo delle seppie, abbiamo sentito un rumore sospetto provenire dal forno... stack... shhhhhhh... la teglia di pirex si è rotta a metà, di netto e il sughetto è colato sul fondo del forno e ha inziato a bruciacchiarsi... e avevamo pure un ospite! Per fortuna siamo riusciti a salvare la maggior parte delle seppie, quindi abbiamo pulito il forno e finito la cottura più tardi. Il pranzo è stato salvo, anche se piuttosto ritardato!

La ricetta è ripresta da questo sito dell'isola di Maiorca, ma io ho preparato la versione con i pomodori che mi sembrava più estiva (domenica perfino qui era un gran caldo!).

Ingredienti (per 4 persone affamate)

* 1.3kg di seppie
* pangrattato
* 7 pomodori non troppo maturi
* 3 spicchi di aglio
* olio extravergine d'oliva
* prezzemolo
* sale

Preparazione
Preparate un trito aromatico con aglio, prezzemolo, pane grattugiato ed un pizzico di sale. Disponete sul fondo di una casseruola da forno (meglio se in terracotta) la metà de pomodori tagliatia fette e cospargete la metà circa del trito aromatico.

Disponetevi le seppie pulite, e coprite il tutto con il resto dei pomodori. Aggiungete un po' di olio e bagante con un po' d'acqua. Salate e passate in forno caldo (180º) per circa 40 minuti. Aggiungete un po' di peperoncino se vi va...

Ovviamente la stratificazione prevista dalla ricetta nel mio caso è stata annullata dall'incidente, ma nonostante l'aspetto, era buonissimo!

venerdì 29 maggio 2009

Torta morbida alla ricotta

Eccomi qui, questa torta l'avevo preparata per salutare i miei colleghi pochi giorni prima della partenza! Prometto che vi racconterò tutto nei dettagli, ma ora, perdonatemi, dormo un po' per recuperare... vi basti sapere che... sono ARRIVATAAAAA!



Preparazione 20 minuti
Cottura 40 minuti
Porzioni 9-10

Ingredienti


100 g di uvetta | 3 cucchiai di Marsala | 175 g di burro ammorbidito | 175 g di zucchero | 250 g di ricotta | 1 cucchiaio di estratto di vaniglia | 3 uova | 150 g di farina autolievitante* | 1 cucchiaino di lievito in polvere | zucchero a velo per spolverizzare

* io ho usato la comune farina 00 e una bustina di lievito vanigliato


1
Imburrate una tortiera quadrata di 18 cm di lato o rotonda di 20 cm di diametro e foderatene la base con carta forno. Mettete l'uvetta a bagno nel Marsala e lasciatela riposare per almeno 30 minuti.


2 Battete insieme il burro e lo zucchero per farne un composto leggero e spumoso. Unitevi la ricotta, l'estratto di vaniglia e i tuorli, poi l'uvetta e l'eventuale Marsala rimasto. In un recipiente a parte, montate gli albumi a neve.


3 Con un cucchiaio di metallo incorporate delicatamente nel composto 1/4 degli albumi montati a neve, per alleggerirlo, poi unitevi il resto.


4 A questo punto aggiungete la farina ed il lievito setacciati, incorporandoli a poco a poco perché il composto si mantenga spumoso. Versatelo nella tortiera e livellate la superficie. Fate cuocere nel forno già caldo a 180º C per 40 minuti o fino a quando la torta non risulta solida al tatto. Fatela raffreddare su una griglia e servitela cospargendola con zucchero a velo.


Tratto da Dolci 80 ricette classiche e moderne di Joanna Farrow

Zucchine alla scapece... e partenza di Vera!

Mia mamma ha imparato questa ricetta quando ero piccola e abitavamo vicino a Caserta: nonostante per anni io abbia snobbato le zucchine, devo dire che adesso questo contorno mi piace davvero moltissimo!



Ingredienti


*
zucchine (le mie erano mignon!)

* menta (ovviamente della mia piantina)

*
aceto

*
olio

*
aglio


Preparazione

Tagliare le zucchine a rondelle di pochi mm di spessore, asciugarle bene e friggerle in olio abbondante fino a quando sono caramellate. Scolarle bene e condirle, una volta raffreddate, con spicchi d'aglio, aceto e foglioline di menta (io non aggiungo altro olio). Mangiarle a temperatura ambiente qualche ora dopo.






Ma adesso veniamo alla novità:
...è da un po' che Vera non pubblica un post perché è stata molto presa dai preparativi per il viaggio!
Infatti ieri è partita per gli Stati Uniti, esattamente qui:



Visualizza Vera in una mappa di dimensioni maggiori


dove lavorerà nei prossimi mesi!
È arrivata stanotte e presto ci racconterà di questa sua nuova avventura che, di sicuro, porterà anche molte novità nel nostro blog!


WELCOME
TO THE U.S.A., VERA!!!

immagine di godrose tratta da qui






domenica 24 maggio 2009

Mercato di Oerlikon

Quando abitavo a Padova andavo spessissimo a fare la spesa al mercato, in piazza delle Erbe e piazza della Frutta (o nel mercato fisso sotto il Salone) e praticamente non compravo mai la frutta e la verdura al supermercato. A volte se passavo verso l'ora in cui il mercato stava per essere smontato, capitava anche che mi regalassero un po' di merce, o che facessero sconti abbondanti.
Mi piace molto andare al mercato e osservare la gente, scegliere la frutta e la verdura che mangerò e godermi i colori, i rumori e la vivacità delle bancarelle; è bello passeggiare fra i banchi anche senza comperare niente. Per molti è anche un modo per trovare qualcuno con cui chiaccherare, come la simpatica signora che mi ha fermato ieri mattina, parlandomi in svizzero tedesco, mentre la guardavo con la fronte aggrottata per cercare di capire cosa mi stesse dicendo...


Qui in Svizzera purtroppo i mercati non sono così frequenti e quando piove (non di rado!) ci sono solo poche bancarelle e solitamente solo la mattina fino alle 11.30-12, quindi non mi è tanto facile andarci spesso. Per fortuna, per soddisfare la mia voglia di bancarelle, ogni tanto riesco a fare un salto al sabato mattina al mercato di Baden o al Bauernmarkt di Oerlikon (a Zurigo). Quest'ultimo, anche se è molto più ristretto dei mercati padovani, è molto ben fornito: ci sono grandi banchi di frutta e verdura, pane, piante, fiori, erbe aromatiche, pesce di lago, prodotti tipici italiani e greci...


... ma anche alcuni piccoli banchetti di contadini e fattori che vengono a vendere i loro prodotti come uova, miele, marmellate, frutta di stagione...

... che sono i miei preferiti!

Nei mercati svizzeri è curiosa anche la varietà di vegetali diversi da quelli che si trovano in Italia: per esempio il prezzemolo (peterli in svizzero tedesco) è diverso, più "ricciolino", oppure si possono trovare le carote gialle, o quelle violette oppure i peperoni arancioni...


Quindi anche oggi un post senza ricette, ma mi rifarò nei prossimi giorni, questo fine settimana sono un po' pigra, soprattutto per mettermi a trascriverle... saranno queste ultime limpidissime giornate che anticipano l'estate e che mi fanno venir voglia solo di stare all'aperto e poco dietro ai fornelli o davanti al computer!

Buon inizio settimana a tutti!

giovedì 21 maggio 2009

Mille papaveri rossi e... un bicchiere di vino

Oggi qui è vacanza ed è anche una bellissima giornata, quindi sono stata fuori a fare una passeggiata...


... fra i campi di papaveri...

papaveri a Wettingen, 21 Maggio 2009. © Silvia


Quindi approfitto di questo post "vacanziero" per copiare sul blog un'altra poesia di Pablo Neruda dedicata ai piaceri del palato:

piazza delle Erbe (Padova) in un bicchiere. 20 Maggio 2007. © SiLviA




Oda al vino

Vino color de día,

vino color de noche,
vino con pies de púrpura
o sangre de topacio,
vino,
estrellado hijo
de la tierra,
vino, liso
como una espada de oro,
suave
como un desordenado terciopelo,
vino encaracolado
y suspendido,
amoroso,
marino,
nunca has cabido en una copa,
en un canto, en un hombre,
coral, gregario eres,
y cuando menos, mutuo.

A veces
te nutres de recuerdos
mortales,
en tu ola
vamos de tumba en tumba,
picapedrero de sepulcro helado,
y lloramos
lágrimas transitorias,
pero
tu hermoso
traje de primavera
es diferente,
el corazón sube a las ramas,
el viento mueve el día,
nada queda
dentro de tu alma inmóvil.
El vino
mueve la primavera,
crece como una planta la alegría,
caen muros,
peñascos,
se cierran los abismos,
nace el canto.
Oh tú, jarra de vino, en el desierto
con la sabrosa que amo,
dijo el viejo poeta.
Que el cántaro de vino
al beso del amor sume su beso.

Amor mio, de pronto
tu cadera
es la curva colmada
de la copa,
tu pecho es el racimo,
la luz del alcohol tu cabellera,
las uvas tus pezones,
tu ombligo sello puro
estampado en tu vientre de vasija,
y tu amor la cascada
de vino inextinguible,
la claridad que cae en mis sentidos,
el esplendor terrestre de la vida.

Pero no sólo amor,
beso quemante
o corazón quemado
eres, vino de vida,
sino
amistad de los seres, transparencia,
coro de disciplina,
abundancia de flores.
Amo sobre una mesa,
cuando se habla,
la luz de una botella
de inteligente vino.
Que lo beban,
que recuerden en cada
gota de oro
o copa de topacio
o cuchara de púrpura
que trabajó el otoño
hasta llenar de vino las vasijas
y aprenda el hombre oscuro,
en el ceremonial de su negocio,
a recordar la tierra y sus deberes,
a propagar el cántico del fruto.
Ode al vino

Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d’oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.

A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio

Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.

Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma
amicizia degli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni
goccia d’oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l’autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l’uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.


Pablo Neruda
Ode al vino e altre odi elementari
Traduzione di Giovanni Battista De Cesare





martedì 19 maggio 2009

Salvia fritta

La pianta di salvia di mio papà quest'anno è davvero rigogliosa e ha delle foglie enormi! Così l'altra sera a cena abbiamo deciso di friggerle in pastella. Scrivo qui come l'ho preparate io, con la classica pastella, ma vi segnalo anche un'interessante variante pubblicata in questi giorni da Stella di Sale: la proverò la prossima volta!


Ingredienti:

* 10-15 foglie di salvia grandi

* 100cl di acqua

* 100g di farina

* 100g di fecola di patate

* 100cl di birra

* 1 uovo

* un pizzico di sale

* olio per friggere



Preparazione
Mescolate in una ciotola gli ingredienti per la pastella (tutti tranne la salvia) fino ad ottenere un composto omogeneo. Scaldate l'olio nella padella. Intanto lavate e asciugate le foglie di salvia, quindi immergetele nella pastella e, quando l'olio sarà caldo, friggetele girandole su entrambi i lati. Scolatele e mettetele per qualche minuto su un foglio di carta assorbente.







SEGNALAZIONE: Domenica in treno, di ritorno in Svizzera, ho avuto un'interessante chiacchierata con una simpatica signora di Zurigo a proposito dei nostri due paesi, delle diversità, delle lingue e del mondo che sta cambiando sempre più in fretta e si sta sempre più mescolando e arricchendo di sfumature. È stato un viaggio molto piacevole, nonostante a volte parlare di questi argomenti in riferimento all'Italia mi faccia amareggiare, viste tutte le polemiche, le strumentalizzazioni e le idee aberranti che ultimamente sento venire dal nostro paese. A questo proposito vorrei segnalare qui sul blog questa campagna nazionale contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’Altro di cui avevo sentito parlare in un'intervista alla portavoce dell'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati. Qui potete trovare il manifesto dell'iniziativa e per firmare l'appello potete visitare il sito:


sabato 16 maggio 2009

Pizzette alle sardine

Giorni fa mi è capitato di sentire Andrea Camilleri citare questa frase di Leonardo Sciascia (entrambi scrittori che leggo molto) che mi ha davvero molto colpito per la sua sconvolgente e amara attualità, nonostante sia stata scritta nel 1978. Così ho deciso di copiarla anche qui sul blog che è un po' ricettario e un po' diario:

[...] che cos' è questo Paese? Un Paese, sembra, senza verità; un Paese che non ha bisogno di scrittori, che non ha bisogno di intellettuali. Disperato. Pieno di odio. E nella disperazione e nell'odio propriamente spensierato, di una insensata, sciocca vitalità. Sembra.

Leonardo Sciascia, 4 novembre 1978



Per addolcire un po' il tono del post, passo subito alla ricetta. Sabato scorso, cercando di svelare il mistero delle sardelle-sardine-sardoni, mi sono imbattuta in questo sito di ricette istriane e ho trovato un sacco di idee interessanti (anche se a volte non tradotte perfettamente in italiano). Ho deciso di provare subito queste pizzette di sardine, come una variante alla mia pizza domenicale. Ho seguito la ricetta, ma ho sostituito la pasta della pizza fatta in casa alla pasta sfoglia.


Ingredienti
* pasta per la pizza (per prepararla trovate la ricetta qui, aggiungendo mezzo cucchiaino di miele al lievito, un trucchetto che ho scoperto qui)
* 1 scatola di sardine
* formaggio grattuggiato (io ho usato il pecorino)
* salsa di pomodoro
* 1 cucchiaino di origano (ho messo anche un po' di timo della mia piantina)


Preparazione
1 Spianate la pasta con uno spessore di mezzo centimetro. Con un bicchiere infarinato formate dei cerchi di pasta.

2 Su ognuno spalmate la salsa di pomodoro e aggiungete dei pezzettini di sardine pulite (dalle squame e dalla lisca). Aggiungete formaggio grattugiato e l'origano.

3 Ponete le pizzette così preparate su una teglia oliata o ricoperta di carta da forno e infornate. Lasciate in forno, alla temperatura a 200º per circa 15 minuti.


la ricetta è tratta (e modificata) da istrianet.org.









giovedì 14 maggio 2009

Tonno in crosta profumata

Avevo in mente il tonno fresco in crosta di semi di finocchio e scorzette di limone, magistralmente preparato da Paola&Alessio, e realizzato poi da SiLviA, ma volevo sperimentare una variante sul tema. Così sono andata a colpo sicuro a far visita a K. Ero certa di trovare una ricetta che facesse al caso mio, ed eccola qui!!!

Ingredienti

tranci di tonno fresco
pane grattugiato
scorza e succo di 1 limone
prezzemolo
sale e pepe q.b.
olio evo

Impanate il tonno con pane grattugiato, scorzette di limone e prezzemolo. Fatelo rosolare in padella con olio e succo di limone. Aggiustate di sale, spolverizzate di pepe.

P.S.

1 Volendo si potrebbe aromatizzare il tutto anche con 1/2 bicchiere di vino bianco secco.
2 K., oltre al limone, prepara la crosta di pane anche con uno spicchio d'aglio tritato, ma io, essendo sera, ho preferito evitarlo.

martedì 12 maggio 2009

Pasticcini di riso

Ingredienti per 12 dolcetti

Riso originario 150 g
Zucchero 70 g
Burro 30 g
La buccia grattuggiata di 1 arancia
Latte 800 g
Uova 2
Rhum 2 cucchiai
Una presa di sale

Procedimento

1 Cuocete il riso nel latte per circa mezz'ora, mescolandolo spesso col mestolo, perché non si attacchi. A due terzi di cottura versate lo zucchero, il burro, il sale e la buccia d'arancia (io ho messo la scorza di un limone).

2 Quando il riso sarà cotto (dovrà aver assorbito completamente il latte) e freddo, aggiungete il rhum, i rossi d'uovo prima, e le chiare montate dopo.

3 Prendete gli stampini di carta forno, spolverizzateli di pangrattato, riempiteli e posizionateli o in uno stampo da plumcake da 12 o in 12 pirottini di alluminio usa e getta.
Cuoceteli in forno a 180°C per circa mezz'ora. Dovranno essere dorati in superficie.
Gustateli caldi dopo averli spolverizzati con lo zucchero a velo!

Questi dolcetti li ho fatti domenica per addolcire il trauma e lo shock della caduta rovinosa della mamma dalla bici... Per fortuna non si è rotta niente, ha solo tante botte! Devo dire che, come sempre, Anice&Cannella non sbaglia un colpo! Sono carini da vedere, facili da preparare e perfetti per un dolce risveglio. Buona settimana!


Tratto da Anice&Cannella

domenica 10 maggio 2009

Sardelle(n) ripiene

Un libro di ricette a cui tengo molto è "ricette antiche e moderne di Trieste, dell'Istria e della Dalmazia" di Jolanda de Vonderweid. Apparteneva a mia nonna paterna (che non ho mai conosciuto), nata e vissuta per molti anni a Pola. Ci sono molto affezionata per diversi motivi: perché mi è stato dato da mia mamma che lo aveva avuto da mia nonna e quindi è passato di mano in mano; perché sono molto legata a quei luoghi in cui hanno vissuto di passaggio molti membri della mia famiglia; perché anche io per un po' ho abitato a Trieste e mi è rimasta nel cuore; perché adoro la particolarità di quelle zone, uniche al mondo, in cui si mescolano le tradizioni italiane, austriache e slave e questo si riflette anche nella cucina e nella lingua. Inoltre questo libro ha un po' il fascino dei libri di cucina di una volta, con il suo linguaggio un po' "antiquato" e formale: nel libro sono usati anche molti termini dialettali che spesso hanno assonanza con il tedesco, con il veneto e con le lingue slave.

Sfogliando questo libro in cerca di ricette per preparare le alici, mi sono imbattuta in alcuni di questi termini locali: ad esempio ho trovato delle ricette a base di sardelle e altre di sardoni.

Andando a buon senso ho pensato che le sardelle potessero essere le alici (anche perché in tedesco si chiamano Sardellen) e i sardoni le sardine (dato che sono più grandi), invece una breve ricerca su internet mi ha fatto scoprire che è esattamente il contrario (anche se alcuni sostengono che i sardoni siano un pesce diverso che si trova solo in quelle zone)!

In ogni caso... sardine, alici, sardelle, Sardellen o sardoni... una ricetta che mi ha subito colpito è quella de "le sardelle ripiene" che qui propongo in versione Sardellen (ovvero alici).
Ora che vi ho confuso a sufficienza le idee, passo a scrivere la ricetta:


Ingredienti:
* 500 g di sardelle (sardine), ma io ho usato le alici
* prezzemolo
* aglio
* pangrattato
* olio
* 1 uovo
* sale



Preparazione:

1 Pulite alcune (4-5) delle sardelle, tritatele con prezzemolo e aglio aggiungendo un po' di pangrattato e un cucchiaio di olio.

2 Con questo composto riempite le restanti sardelle(n) già pulite e aperte a libro.

3 Chiudetele a due a due, passatele nell'uovo e rotolatele pangrattato. Quindi friggetele per pochi minuti (cuociono molto in fretta).

4 Ponetele su della carta assorbente, salatele e servitele calde.





la ricetta per le SARDELLE RIPIENE è tratta da "ricette antiche e moderne di Trieste, dell'Istria e della Dalmazia" di Jolanda de Vonderweid (edizioni LINT Trieste, 1972).


Buona domenica a tutti
e buona festa della mamma a tutte le mamme,
in particolare alla mia!

mercoledì 6 maggio 2009

Torta all'arancia e semi di papavero

Che meraviglioso fine settimana! Il sole, il clima caldo e ventilato, due bellissimi giri in bici sui Colli Euganei... Ho superato me stessa: ho scollinato Passo del Vento! Per festeggiare, questo profumatissimo plumecake di Erborina in cucina. Buon inizio settimana!

Ingredienti

uova 3
burro a temperatura ambiente 200 g
zucchero 170 g
farina 270 g
lievito in polvere 1 bustina
succo d’arancia appena spremuto 125 ml
semi di papavero 50 g
latte intero 185 ml
scorza d’arancia 1 cucchiaio

Ingredienti per lo sciroppo

succo d’arancia appena spremuto 250 ml
zucchero 100 g
scorza di 1 arancia

Preparazione

1 In una ciotola mescolare il latte coi semi di papavero. Passare al mixer il burro, la scorza d’arancia e lo zucchero. Aggiungere le uova, uno ad uno, e mescolare ancora con il mixer. Incorporare il succo d’arancia, la farina ed il lievito. Passare ancora al mixer. Aggiungere i semi di papavero insieme al latte e mescolare, questa volta, con un cucchiaio.

2 Foderare uno stampo da 20-23 cm con della carta da forno. Versare l’impasto e far cuocere in forno caldo a 160º per 50-60 minuti.

3 Per preparare lo sciroppo mettere in una pentola il succo d’arancia, lo zucchero e la scorza d’arancia tagliata non troppo finemente. Portare ad ebollizione e far cuocere a fiamma dolce per 5-7 minuti.

4 Lasciare raffreddare e, una volta freddo, conservare in frigorifero. Far raffreddare la torta su una griglia; servirla tagliata a fette ed accompagnata dallo sciroppo.

TANTI AUGURI AD ADRIANA PER IL SUO COMPLEANNO!!!

martedì 5 maggio 2009

Calamaretti alla napoletana... e un problema risolto!

Mi scuso con tutti i lettori che navigano in rete con Internet Explorer perché credo abbiano visto il nostro blog tutto scombinato ultimamente! Non ce ne eravamo accorte! Il fatto è che mi sono messa a modificare il codice html (con un'apparente grande soddisfazione!) e le mie modifiche avevano soltanto migliorato l'aspetto del blog sia in Mozilla Firefox che in Safari, ma giorni fa ci siamo accorte che su Explorer si vedeva malissimo! Questo perché sono una principiante (e autodidatta) e non sapevo diverse cose: in particolare, da quanto ho capito, i commenti che avevo fatto nel codice, per ricordarmi le modifiche che avevo apportato, venivano codificati in maniera diversa da Explorer e, una volta modificata la sintassi di questi, tutto è apparentemente tornato a posto (...vero???)!
Quando ce ne siamo accorte, siamo rimaste molto male: avevo paura di aver combinato un guaio e di aver sabotato il blog, dato che Windows resta comunque il sistema operativo più diffuso! :-(

Per festeggiare il ritrovato ordine del nostro blogghetto, ecco un bel piatto di calamari alla napoletana, una gustosa variante ai calamari affogati!

* 500 g di calamaretti
*
400 gr di pomodori
* 1 cipolla
* 1 spicchi d'aglio
* 30 gr di uvetta
* 30 gr di pinoli
* una manciata di olive nere
* 2 cucchiai di prezzemolo tritato
* 1/2 bicchiere di vino bianco secco
* 4 cucchiai di olio di oliva
* sale & pepe


1 Mettete a bagno l'uvetta nel vino per 15 minuti circa. Nel frattempo lavate i calamaretti, puliteli, tagliateli a pezzetti e fateli soffriggere in un tegame con l'olio caldo, l'aglio e la cipolla.

2 Irrorate con il vino e lasciatelo evaporare. Unite i pomodori lavati e tagliati a cubetti, salate, pepate e cuocete per 10 minuti su fiamma moderata.

3 Quindi unite i pinoli, l'uvetta e un mestolo di acqua bollente.

4 Lasciate cuocere per altri 10 minuti, mescolando di tanto in tanto. Unite le olive, cospargete di prezzemolo, regolate il sale, mescolate e portate in tavola.
Servite con dei crostoni di pane: è un ottimo piatto per gli amanti del pesce e... della "scarpetta"!

Ricetta tratta da BigFood.it.

sabato 2 maggio 2009

Polpettine di alici ai pistacchi e granita di pomodoro

Stasera abbiamo deciso di prepararci un cena a base di stuzzichini (golosi), così ho dato sfogo alla mia fantasia, visto che preparare antipastini è una delle cose che più mi piace!
Una ricetta che volevo provare da tempo era questa di Moscerino: granita al pomodoro e polpettine di alici ai pistacchi. È ispirata alla cucina tradizionale siciliana, ma con qualche variante che le è stata ispirata da Cavoletto. Insomma una ricetta itinerante ed in evoluzione!... e il risultato è ottimo!!


Ecco qui la (doppia) ricetta:

! Preparate prima la granita perché ha bisogno di stare in freezer un paio d'ore e poi le polpettine che sono più buone se mangiate appena fatte!


Granita di pomodoro

* 500 g di pomodori ramati
* sale & pepe
* olio
* qualche fogliolina di menta (io ho usato la mia piantina di menta glaciale - Mentha Rotundifolia) & basilico


1 Lavate i pomodori, spellateli e privateli dei semi.

2 Metteteli nel frullatore con un goccio di olio, un pizzico di sale e di pepe e alcune foglie di basilico e menta.

3 Una volta frullato, mettete il composto ottenuto in un contenitore e riponetelo nel freezer; mescolatelo all'incirca ogni 30 minuti, per rompere i cristalli di ghiaccio che si andranno formando. Fate attenzione che non solidifichi completamente. Se dovesse congelare troppo, mettete nel frigorifero per un po' e poi frullatela di nuovo per rendere omogenea la consistenza.





Polpettine di alici e pistacchi

* 400 g di alici
* 1 albume d'uovo
* qualche fogliolina di menta fresca
* mezzo spicchio di aglio
* 1 cucchiaino di parmigiano
* pangrattato
* sale & pepe
* 100 g (anche meno) di pistacchi tritati


1 Pulite il pesce eliminando la testa, la spina e le interiora. Tagliatelo a pezzettini molto piccoli o tritatelo con il frullatore e mescolatelo in una ciotola con l'albume d'uovo, la menta tritata, il parmigiano, un pizzico di sale e di pepe e l'aglio schiacciato. Aggiungete il pangrattato. Le quantità indicate sono approssimativa, quindi regolatevi in base alla consistenza che otterrete mescolando gli altri ingredienti. Il composto deve essere sufficientemente denso da poterlo maneggiare per formare le polpette, ma non deve essere troppo sodo.

2 Formate delle polpette molto piccole (come una noce) e passatele nella granella di pistacchi.

3 Friggetele in una padella con circa un dito di olio, girandole a metà cottura. Cuociono in circa 5 minuti.

4 Asciugatele su carta assorbente e tenetele in caldo fino al momento di servirle.



Versate la granita di pomodoro nei bicchierini ed infilzate le polpettine con uno stuzzicadenti, che porrete sopra il bicchierino prima di servire (come nella foto, anche se la presentazione di Moscerino era molto più scenografica della mia).
Davvero ottime anche queste polpettine e molto piacevoli il contrasto fra il sapore delle alici e quello del pistacchio e quello fra il caldo delle polpette e il freddo della granita!



Inoltre sulla nostra tavola questa sera hanno trovato posto bruschette al pomodoro, all'aglio e olio, al tonno e carciofi e formaggi (fra cui un ottimo gorgonzola di capra che avevo trovato al mercato di Oerlikon a Zurigo).



Consiglio utile: Per friggere evitando di impregnare la cucina di odore, aggiungete un pezzettino di buccia di limone nell'olio e lasciatelo fino al termine dela cottura. Funziona!
Se vi siete dimenticati di farlo, altri due metodi per eliminare successivamente l'odore sono di bollire in un pentolino d'acqua una fetta di limone e lasciare tutta la notte una scodella piena di aceto in cucina. Entrambi dovrebbero assorbire l'odore residuo.




i più cucinati della settimana

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  • ho imparato tante cose qui... non solo a cucinare, ma una ricetta molto più importante: ho imparato a vivere. Ho imparato ad essere qualcosa di questo mondo che ci circonda, senza stare lì in disparte a guardare... (dal film Sabrina)
  • ergastolo in vita! ai lavori "sforzati"! (zia laura)
  • "calandra" (cioè cassandra), verace sempre, creduta mai... (zia laura)
  • tutti i nodi vengono al petto (laura)

gocce di rugiada

  • one step at the time
  • siamo qua tre giorni con ieri l'altro
  • chi semina vento raccoglie tempesta
  • chi semina raccoglie
  • chi si ferma è perduto
  • tutto il mondo è paese
  • meglio soli che male accompagnati
  • meglio tardi che mai...
  • aiutati che il ciel t'aiuta
  • finché c'è vita c'è speranza
  • cuor contento ciel l'aiuta!
  • gratis et amore dei
  • via il dente, via il dolore!
  • chi si accontenta, gode!
  • sursum corda!