mercoledì 2 novembre 2011

ricordi d'estate #3: Lucca e dintorni...

Oramai l'estate è lontana, ma ancora non ho finito il mio racconto per immagini del nostro viaggio in Toscana, ecco qui l'ultima parte...

Lucca, meravigliosa...
Lucca
Lucca, Piazza Anfiteatro


Lucca
Lucca


Lucca
Lucca, la Torre delle Ore e la Torre Guinigi


Lucca
Lucca, la Torre delle Ore e la Torre Guinigi


Lucca
Lucca

... e appetitosa...
Lucca
Lucca :P

mercoledì 12 ottobre 2011

summer time...

Con il consueto "tempismo", ormai noto, nel darvi aggiornamenti, eccomi qui, sotto le coperte... Brrr!
L'autunno sta volteggiando nell'aria insieme alle sue calde foglie, è tempo di cappotti, ombrelli, castagne... cioccolata calda fumante tra le mani infreddolite, pomeriggi assorti nella lettura, avvolti in una calda lana... È anche tempo di rielaborare i ricordi dell'estate, pensando già, eh sì, alla prossima! 

Questa estate è stata all'insegna dell'avventura! Dopo aver passato settimane a decidere cosa fare, il fato ha deciso per noi! Io e SiLviA siamo partite alla volta della Toscana, on the road, col nostro diario di viaggio che ogni giorno si arricchiva di storie e colori!

Lasciata la Toscana, io sono volata in Sardegna. Complici un tempo meraviglioso e un mare come olio, siamo salpati da Cagliari alla volta di Alghero... Equipaggio variopinto e ben assortito, musica, fantasia, tramonti mozzafiato, delizie per il palato.

Come sempre ho incontrato persone speciali che hanno lasciato il segno. E che non dimenticherò. Che bella l'estate! 




domenica 2 ottobre 2011

paste di mandorla per addolcire la partenza

Durante la settimana ora sono a Zurigo da sola. Ru ha iniziato un nuovo lavoro a Como e, anche se in futuro avrà la possibilità di stare qui per dei periodi, per adesso torna solo nei fine settimana (quando non lo raggiungo io in Italia). Il distacco, dopo 4 anni di convinvenza, non è facile, ma rende comunque ancora più belli i momenti in cui ci si rivede e più prezioso il tempo insieme!
Per rendere più dolce la sua partenza, oggi gli ci ho preparato dei biscottini alle mandorle da mangiare durante la settimana a colazione. La ricetta è tratta dal il libro dei "Calycanti" la cucina Siciliana

paste di mandorle
Ingredienti per circa 30 biscotti (a me ne son venuti un po' meno)
* 1 albume
* 125g di zucchero (io l'ho usato di canna, quindi mi son venuti un po' più scuri)
* 125g di mandorle con la pelle
* 15g di farina
* 3 cucchiai di zucchero a velo

Preparazione
1 Sbollentate velocemente le mandorle in acqua bollente (bastano pochi minuti), scolatele e sbucciateleancora calde.
2 Asciugatele bene su un canovaccio e tritatele finemente assieme allo zucchero; unite l'albume e la farina.
3 Traferite il composto sul tavolo da lavorocosparso con un cucchiaino e mezzo di zucchero a velo, impastate velocemente, formando dei piccoli salsicciotti di 7-8cm e ripiegateli a "S" (io invece ho fatto delle palline schiacciate).
4 Infornate a forno già caldo a 180ºC per pochi minuti (io ne ho fatti 7), appena si dorano, sfornateli e lasciateli raffreddare.
5 Una volta freddi cospargeteli di zucchero a velo e conservate in una scatola di latta (io per praticità di trasporto ho usato quella del caffé).

Nota dei Calycanthy: Le scatole di paste di mandorle sono uno tra i più tradizionali cadeaux che viaggiano tra la Sicilia e il continente; è quasi impossibile partire dall'isola, e soprattutto dalla costa orientale, senza averne un pacchetto sottobraccio!


paste di mandorle

sabato 17 settembre 2011

ricordi d'estate: il mare...

Ecco un primo mini-diario fotografico del nostro viaggio in Toscana che ormai sembra così lontano...


mare



mare



mare



mare










Visualizzazione ingrandita della mappa

 
 
... e vi segnalo questo bell'articolo di Francesca sulla testata giornalistica online cucina.bloglive.it che parla delle nostre ricette letterarie in occasione della settimana internazionale del libro! Ne siamo davvero molto felici e onorate!


domenica 4 settembre 2011

la zuppa 'Miranda' (e il nostro UndiciPerDue)

Ancora non abbiamo avuto tempo di sistemare tutte le nostre foto delle vacanze e riordinare i ricordi in un piccolo diario di viaggio qui sul blog, ma oggi ho preparato una zuppa speciale che evoca un momento particolare della nostra vacanza, quindi ve lo racconto, prima di presentare la ricetta.

Il primo pomeriggio a Lucca è trascorso a zonzo per le vie del centro e si è concluso con un giro (fitness) attorno alle mura al tramonto, giusto per non perdere l'allenamento, dopo le lunghe passeggiate sulla spiaggia dei giorni precedenti. La vista della città dalle mura con la luce della sera era magica, ed era bello trovarsi lì assieme a tanti lucchesi che passeggiavano o correvano (e a qualche americano in bicicletta). Per la cena avevamo già prenotato in un'osteria molto bella, vicino a Piazza Anfiteatro, consigliata anche dalla nostra guida, ma poi i piani sono cambiati... Infatti dalle mura abbiamo scorso un'osterietta deliziosa, illuminata da tante lampadine e candeline, dalla quale proveniva della musica jazz: sul muro esterno dell'edificio (una casetta gialla) erano proiettate le immagini di un film in bianco e nero.... era tutto così perfetto che ci siamo guardate e abbiam deciso di sederci a mangiare lì e disdire immediatamente la prenotazione nell'altro posto.

Osteria Miranda (Lucca)
osteria Miranda, Lucca



Osteria Miranda
le mura di Lucca e l'Osteria Miranda

Il nostro tavolo - di legno grezzo - era l'11 per 2 (e quale se no?), sapientemente apparecchiato con tovagliette di cotone ricamate, sottopiatti, portatovaglioli e posate d'argento, incantevole porcellana con ciotoline da insalata troncoconiche (© VerA), paniere di ferro un po' vintage. Su ogni tavolo e sulle mensole delle librerie all'interno erano sparpagliate mille candeline accese.


11 per 2


I proprietari poi erano davvero gentili e simpatici; un unico misunderstanding con i gestori: alla richeista di un bigliettino da visita pro-memoria, ci viene recapitato al tavolo un piatto di ceramica dipinto a mano sui toni del rosso, con le generalità del locale. Perplesse sul da farsi (".... poco pratico, anche se carino ...nell'agendina proprio non ci sta... e se invece è lì solo per copiarci il numero di telefono e poi noi lo rubiamo?..."), alla fine abbandoniamo il piatto al suo destino, sul tavolo UndiciPerDue...

Inutile dire che, dopo averne assaggiato la cucina, è diventato il nostro posto preferito e ci siamo tornate tutte le sere successive, finché l'ultimo giorno abbiamo lasciato anche un messaggio scritto sulla tovaglietta di carta del nostro tavolo fuori, chissà se i gestori l'hanno letto!

Il piatto forte della prima cena all'osteria è stata una zuppa di ceci, con calamari e salvia. Purtroppo non ho la ricetta orginale, così ho provato un po' ad inventarla. Il risultato è davvero buono, anche se forse non come la zuppa di Lucca! Eccola qui:

Ingredienti
* 500g di ceci secchi (metteteli a bagno la notte prima)
* 10 foglie di salvia
* un po' di rosmarino
* una cipolla
* 5 patate piccole (tipo novelle)
* 2 pomodori
* 5 calamaretti
* mezzo bicchiere di vino bianco
* 3 spicchi d'aglio
* mezzo limone
* olio extravergine d'oliva 
* sale & pepe

zuppa di ceci, calamari e salvia
zuppa Miranda

Preparazione
1 Soffriggete due spicchi d'aglio in poco olio, aggiungete i ceci scolati, la maggior parte della salvia, il rosmarino, coprite d'acqua e salate. Lasciate cuocere un quarto d'ora in pentola a pressione (o credo almeno un'oretta in pentola normale).

2 Nel frattempo soffriggete la cipolla in poco olio, con le patate tagliate a fettine sottili e i pomodori. Aggiungete sale e pepe. 

3 Una volta cotti i ceci, uniteli al resto e continuate a cuocere a fuoco lento fino a che la zuppa non abbia raggiunto la consistenza desiderata. Quindi passatela fino ad ottenere una crema.

4 Intanto pulite i calamari e tagliateli grossolanamente e scottateli in padella con l'aglio, aggiungete un po' di vino bianco e di succo di limone. Salate, pepate e lasciate andare finché il sughetto non si sia ritirato.

5 Infine servite ciascun piatto di zuppa decorandolo con le foglie di salvia, un filo d'olio e un calamaro.



Osteria Miranda (Lucca)

domenica 28 agosto 2011

Pimientos de Padrón + viaggi

È da un po' che manchiamo qui sul blog (quasi un mese!): che fine abbiamo fatto? Prima di tutto io sono stata una settimana a Stoccolma per una conferenza, e prima di partire sono stata molto occupata a preparare la presentazione e a finire il lavoro da presentare, o quanto meno a provarci. Poi un'altra settimana di lavoro e quindi: vacanze! Quest'anno R. non ha potuto fare vacanze e già il primo settembre inizierà un lavoro nuovo, purtroppo lontano da Zurigo, così fra poco resterò sola qui, almeno durante la settimana. Quindi sono partita per una settimana in Toscana con Vera! È stato un viaggio breve, ma intenso e bellissimo: abbiamo chiacchierato e riso davvero tanto, visto posti magici, assaggiato piatti squisiti, cantato Elisa in macchina, sgridato il nostro navigatore Tom che ogni tanto era un po' distratto, "dato i numeri" con la macchina fotografica... insomma abbiamo per un po' staccato la spina da tutti i piccoli problemi di tutti i giorni e forse ci siamo avvicinate ancora di più!

podomani - Lucca
S e V


Per il resoconto del nostro viaggio (anche culinario), dovrete aspettare ancora un po'!

Per ora vi lascio questa ricetta (non toscana, nè svedese, ma spagnola) semplicissima e sfiziosa (anche se a dire il vero l'ho assaggiata l'ultima volta proprio a Stoccolma!):

Pimientos de Padrón
Si tratta di una tipica tapas spagnola a base di friggitelli, ovvero peperoncini verdi, nella fattispecie quelli di Padrón in Galizia. I miei invece erano un regalo di E. che me li ha portati dall'orto di sua cugina vicino a Salerno (Grazie!). Per chi fosse interessato i Calycanthi hanno scritto un bel post a proposito con qualche notizia in più.

Ingredienti
* 5-6 friggitelli (peperoncini verdi) a testa
* 1 spicchio di aglio
* olio per friggere
* sale a scagliette (io ho usato del sale grosso)

Pimientos de Padrón
pimientos de Padrón


Preparazione
Lavate i peperoncini, asciugateli e friggeteli in una padella con un po' di olio e uno spicchio di aglio. Quando la pellicina inizierà a sollevarsi, saranno pronti. Scolateli dall'olio e usate un po' di carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso. Condite con il sale a scaglie.

e qualche cartolina da Stoccolma:

Stoccolma
Stoccolma


Stoccolma
Stoccolma

venerdì 29 luglio 2011

cheesecake ai mirtilli

e adesso cosa fare con la ricotta e il quark? il cheesecake!

Ieri sera avevamo ospiti a cena: dopo la pizza ci voleva un dessert, così con il quark e la ricotta che ho preparato in questi giorni, ho pensato di fare un cheesecake ai mirtilli, seguendo più o meno la ricetta di Alex. È stata davvero una soddisfazione preparare un dolce a partire dalle materie prime (mi mancavo solo di aver raccolto i mirtilli)!


Ingredienti (per uno stampo a cerniera da 26 cm)

Per la base:
* 150 gr di farina
* 3 cucchiai di zucchero
* 1 cucchiaio di zucchero vanigliato
* 80 gr di burro freddo

Per il ripieno:
* 2 uova
* 330g di quark fatto in casa
* 200g di ricotta fatta in casa
* 75g di zucchero
* 2 cucchiai di succo di limone
* 40g di maizena
* 1 cucchiaino di lievito per dolci
* 250g circa di mirtilli
* 2 cucchiai di zucchero a velo



Preparazione
1 Disponete la farina in una terrina e mescolatela con lo zucchero e lo zucchero vanigliata. Tagliate il burro a pezzetti, distribuitelo sulla farina e lo zucchero e tagliuzzate tutto con un coltello fino ad ottenere una massa briciolosa.

2 Impastate poi velocemente con la mani, versate il tutto nello stampo e compattate bene la base con le mani formando un bordo alto 1cm. Coprite con un pezzo di pellicola e fate raffreddare in frigo per circa 30 minuti. Riscaldate intanto il forno a 180°C.



cheesecake


3 Separate gli albumi dai tuorli. Montate gli albumi a neve. Amalgamate il quark con lo zucchero, i tuorli ed il succo di limone. Aggiungete la ricotta e mescolare bene. Mescolare la maizena con il lievito per dolci e uniteli al composto.

4 Aggiungete pian piano gli albumi montanti a neve e mescolate con cura. Versate il composto nello stampo e infornate per circa 30 minuti. Nel frattempo lavate i mirtilli.

5 Togliete la torta dal forno e distribuitevi sopra i mirtilli, affondandoli leggermente nell'impasto. Infornate per altri 25-30 minuti (fate la prova dello stecchino). Togliete dal forno e fate raffreddare completamente prima di guarnire con zucchero a velo.

ricetta tratta (e riadattata) dal blog Foto e Fornelli di Alex

giovedì 28 luglio 2011

ricotta fatta in casa #2

cosa fare con il siero del latte? La ricotta!
Come ho scritto nel post precedente, il liquido che avanza dalla preparazione del quark, non è altro che il siero di latte che può essere usato per la produzione della ricotta. Avevo già provato tempo fa a preparare una quasi-ricotta (seguendo i consigli di Erborina) che - pur avendo il sapore e la consistenza della ricotta - in realtà era prodotta dal latte intero e dalla panna, quindi ne conteneva anche tutti i grassi. La ricotta vera e propria invece è prodotta dal parte liquida che si separa dalla cagliata durante la produzione dei formaggi, cioè il siero; quindi contiene molti meni grassi rispetto al latte e non può essere definita un formaggio. Si chiama ricotta proprio perché il siero derivante dalla produzione del formaggio (e che quindi subisce una prima cottura) viene ri-cotto per permettere la coagulazione delle proteine. L'aggiunta di acido citrico o acetico (o di altre soluzioni acide) aiuta a catalizzare la coagulazione.

Non riscrivo qui la ricetta per preparare la ricotta dal siero perchè è del tutto simile a quella della quasi-ricotta: basta sostituire al latte+panna il siero. In realtà ho aggiunto un goccio di latte per arrivare ad avere un litro di composto iniziale e rispettare le proporzioni. Da 750ml di siero e 250ml di latte ho così ottenuto 200g di ricotta.

ricotta



Dopo aver fatto lo yogurt, ricotta e quark sono praticamente pronta per aprire un piccolo casificio, ma solo virtuale: l'ho messo in una nuova pagina del blog che ho chiamato la via lattea.




mercoledì 27 luglio 2011

homemade quark

Giovedì sera la mia collega M. ha ospitato una cena fra donne, in cui ognuna portava qualcosa. Lei ci ha offerto un buonissimo quark fatto in casa. Mi è subito venuta voglia di provare a prepararlo anch'io, così le ho chiesto la ricetta.
Il quark è un formaggio fresco di mucca molto popolare nei paesi germanofoni ed è alla base della Käsekuchen, ovvero del cheesecake. Qui in svizzera si trova dappertutto e spesso viene anche mangiato al posto dello yogurt con la frutta, ma in Italia è più difficile da trovare, quindi forse questa ricetta potrebbe interessare anche a molti lettori.

Alla fine mi son trovata a fare lo yogurt, il quark e la pizza, tutto contemporaneamente: si può proprio dire che la mia cucina era tutta un fermento! ;-)

Ingredienti
* 1 litro di latte fresco
* 250ml di latticello (in Italia si può trovare in alcuni negozi biologici)

Preparazione
1 Scaldate il latte a 30ºC. Quindi unite il latticello e mescolate con cura.

2 Coprite il contentire del latte e avvolgetelo in uno strofinaccio o, meglio, con una coperta di lana in modo che resti a una temperatura costante di (25-30ºC).

3 Dopo 24 ore, riaprite il recipiente. Mettete un panno di stoffa pulito sopra ad un colino (io ho usato uno scolapasta con dentro un fazzoletto bianco) e versate sopra il composto in modo che la parte più solida si separi dal liquido. Ci metterà 5-8 ore a separarsi completamente (dipende da quanto denso si desideri che sia). [State molto attenti nel fare questa operazione! Il mio primo tentato quark infatti è finito sul pavimento! Avevo sottovalutato la quantità di liquido che sarebbe filtrato]

quark


Il liquido avanzato non è altro che il siero del latte: non buttatelo, potresteusarlo al posto del latticello per una nuova produzione di quark (in questo caso basterà un bicchiere di siero per ogni litro di latte) oppure per fare della ricotta. Il siero dura circa una settimana in frigo, oppure può essere surgelato.

Alla fine da un litro di latte e 250ml di latticello ho ottenuto: circa 330g di quark e 750ml di siero di latte.

English (thanks to M.)
Ingredients
* 1 l fresh milk
* 250ml buttermilk


Preparation
1 Put the milk in a pot on the stove. Bring the milk at a temperature of 30ºC (better to use a thermometer!). Pour in the buttermilk and stir carefully.

2 Close the pot. Wrap it in a kitchen cloth or blanket (it should be between 25 and 30ºC) and let it stand for 24 hours.

3 After this time, open the pot. Nothing seems to have changes... instead...
Put a colander over a bowl, and a kitchen cloth over the colander. Pour the quark on the kitchen cloth.
You will see that it is much denser now. In this way you can separate the cheese from the whey** (which will be collected in the bowl). It will take few hours (5-8) to completely separate (It depends on how dense you want the quark to be). Better to put the bowl in the fridge during these hours.
As soon as it reaches the desired density... it's done!

** Remember to not throw away the whey percolated through the colander. It can be used, instead of the buttermilk, to start a new quark production. In this case, just use one glass of whey for every liter of fresh milk. The whey lasts for one week in the fridge, but it can be frozen and lasts more!

PS: Chissà se sarà fatto con il quark anche l'indimenticabile New York cheescake di Barcomi's a Berlino?

domenica 24 luglio 2011

polpo alla luciana

Ultimamente il tempo passato ai fornelli è stato poco, ma questo finesettimana ho cercato di recuperare e ora ho un po' di post in bozza quasi pronti da essere pubblicati.
Inizio subito con una ricetta semplice ed estiva a base di polpo che ho preso dal mio  libro di ricette di pesce delle osteria d'Italia (Slow Food edizioni)

polpo alla luciana In genere il polpo fresco mi resta sempre un po' duro, ma questa volta mi è venuto tenerissimo: il segreto credo sia stato martellarlo con il pestello (o se avete uno schiaccia carne, ancor meglio) per qualche minuto prima di metterlo in pentola. In fondo i pescatori in genere sbattono i polpi sugli scogli, questa mi è sembrata l'alternativa più semplice in assenza di scogli (sigh)...
Da qualche parte avevo letto che un trucco è anche quello di cucinarlo assieme ad un tappo di sughero (???), anche se non ho capito perché (sembra tanto una leggenda metropolitana... o meglio culinaria), o al limone. Ho provato anche questo trucco, ma son convinta che il segreto del successo sia piuttosto l'averlo martellato!

Nella cassetta delle lettere trovò una grossa busta a sacchetto, il postino l'aveva piegata in due per farcela entrare. Non c'era nessuna indicazione del mittente. A Montalbano era venuto pititto, raprì il frigo: polipetti alla luciana e una semplicissima salsa di pomodoro fresco. Si vede che la cammarera Adelina nn aveva avuto tempo o gana. In attesa che l'acqua degli spaghetti bollisse, pigliò la busta.
da La voce del violino di Andrea Camilleri (prima edizione 1997), pag. 139 ed. 2006, Sellerio editore
Quando tornò in commissariato, della faccenna del contadino e del suo bùmmolo se ne era completamente scordato. Andò a magiare alla trattoria San Calogero, si sbafò mezzo chilo di polipetti che squagliavano in bocca, bolliti e conditi con sale, pepe nìvuro, oglio, limone e prezzemolo. Rientrato in ufficio vide Fazio e Consolaro Damiano gli tornò in mente.
da Gli arancini di Montalbano di Andrea Camilleri (prima edizione 1999), pag. 40, Mondadori editore

Ecco la ricetta:

Polpo alla luciana
ricetta di Concetta De Carlo, Napoli
 tratta dal libro "Il pesce - 600 piatti di mare (in Ricette di Osterie d'Italia)"
Slow Food Editore, 2004

Ingredienti
* 1.2kg di piccoli polpi (io invece ho usato un solo grande polpo)
* 2 spicchi d'aglio
* un ciuffo di prezzemolo
* 2 cucchiai di succo di limone
* 4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
* sale & pepe nero

Preparazione
1 Pulite bene i molluschi, rovesciate le sacche e vuotatele delle interiora; privateli degli occhi e lavateli accuratamente [il mio polpo per fortuna era già pulito! A questo punto l'ho messo su un tagliere di legno e l'ho pestato con il pestello per qualche minuto].

2 Sistemate i polpetti in un tegame capace, irroranoli con un po' di acqua e cuoceteli per un tempo variabile dai 25 ai 45 minuti, secondo le dimensioni [io li ho cotti per 35 minuti in pentola a pressione in acqua salata, con un po' di limone e con il tappo di sughero (???)].

polpo alla luciana

3 Scolatelo e, dopo averli tagliati a piccoli pezzi [eliminando la gran parte della pelle che a questo punto si staccaherà facilmente], conditeli con l'aglio tritato, l'olio extravergine d'oliva, il succo di limone [io ne ho messo proprio un goccino, visto che avevo già cotto il polpo nel limone], abbondante prezzemolo tritato, sale [io non ne ho aggiunto] e pepe nero macinato al momento.

4 Prima di servirli attendete una decina di minuti, affinché la salsa insaporisca i polpetti e ne intenerisca le carni.

Nota: All'origine del nome di questa ricetta non ci sarebbe una signora Luciana, ma le consuetudini alimentari degli abitanti di Santa Lucia, quartiere napoletano che un tempo era borgo di pescatori.

lunedì 18 luglio 2011

Equilibrio instabile...

Ancora una lunga latitanza da queste pagine... Densa di emozioni, di incontri, ma soprattutto di America. Sono tornata a casa per pochi giorni, felice, emozionata, nervosa, instabile... Pensando a chi avrei incontrato, a cosa avrei detto e sentito, dato e ricevuto... Tornare è stato come vivere un'altra vita, quella vita, sempre io, ma con l'anima vestita a festa, senza corazze, senza timore. L'America è un grande Paese. In America, mi sono sentita una persona libera. Nel mio equilibrio instabile, ma libera di viverlo, di sentirlo, senza paura di venire giudicata per le apparenze, come spesso, direi quasi sempre, succede qui.
Lì ho incontrato persone meravigliosamente semplici e straordinariamente capaci di andare oltre, dritti al cuore.
Il confronto è stato ancora una volta destabilizzante. La mia vita di adesso è così diversa dalla mia vita americana! Qui sono io, sono a casa, nel mio mondo, ma tante volte mi sento fuori posto... a disagio, inadatta, incapace, incompresa...
Ho riabbracciato Amanda, Linda, Goulian, Hong, Eugene... con un nodo in gola, e questa tempesta di emozioni inespresse, perché una vita non basterebbe per tradurle in parole! Ho salutato loro e con loro quella vita, quel mondo, che per un attimo ho sentito mio. Il mio sogno americano è volato via, adesso devo cullare altri sogni... ma prima li devo trovare... chiusi in fondo al cassetto dell'anima...


mercoledì 8 giugno 2011

campi (e ricottine) di fragole

Domenica durante una piccola tregua dal tempo quasi autunnale di questi giorni, siamo stati al campo di fragole (lo so, sono dipendente dalla raccolta delle fragole in questo periodo dell'anno!).

strawberry field

Nonostante il temporale incombesse a tratti minaccioso sopra le nostre teste, siamo riusciti a raccoglierne quasi un chilo...

strawberry field



... quindi, per smaltirle, ne ho fatto questi piccoli dessert (ho trovato la ricetta nella cucina di Calycanthus):

ricottine alla fragola
Ingredienti
* 250 g di ricotta
* una decina di fragole piccole
* 2-3 cucchiai di zucchero a velo



Preparazione
1 Frullate le fragole e unitele allo zucchero a velo; quindi amalgamate bene alla ricotta (meglio se setacciata).
2 Stendete la carta da forno su una griglietta e appoggiateci sopra le formine. Versate la crema di ricotta e fragole premendo bene, fate dei buchini sulla carta (in modo da far scolare il liquido) e infornate in forno già caldo a 150 gradi per circa 20 minuti. (Io invece le ho fatte nei pirottini da soufflé).
3 Lasciate raffreddare, togliete dalle forme e decorate.

ricetta tratta da la cucina di Calycanthus

È una ricetta semplice e veloce, ma buonissima (e non soltanto per la mia fissazione per i dolci di ricotta e per la raccolta delle fragole!).

domenica 5 giugno 2011

Quiche zucchine caprino e pomodorini

Era in programma da settimane, ormai! La festa di primavera! Festa in onore di Manu e dei suoi 50 anni (portati in modo invidiabile!): occasione per stare insieme, al di fuori del lavoro, per passare qualche ora a ridere e scherzare, anche di sciocchezze (ma in fondo, non è questo il bello, poter fare pensieri frivoli e leggeri, qualche volta?!), ed essere noi, lasciarci un po' andare, con le persone con le quali, nel bene e nel male, condividiamo gran parte del nostro tempo. Io e Benedetta eravamo impegnate su più fronti, gastronomico in primis! Anche se con tempi un po' stretti, ce l'abbiamo fatta. È andato tutto bene. Il menu è stato apprezzato, sembra, e la serata è stata piacevolissima, con un clima perfetto, per fortuna. 

Ricette nuove da proporvi, ma anche classici super collaudati, come la super focaccia di Anice&Cannella, e due ricette che io e SiLviA adoriamo, l'insalata di arance e finocchi e l'insalata di spinaci freschi con mele, pecorino e noci (anche se io spesso preferisco il parmigiano).

Per cominciare vi presento questa quiche, tratta da Kitchenqb.

Ingredienti per l’impasto brisé

200g farina | 90g burro | 1 uovo | 10ml di acqua fredda | un pizzico di sale

1 Mettete in un contenitore la farina setacciata ed aggiungete il burro tagliato precedentemente a cubetti lavorandolo con le dita fino a quando non sia tutto incorporato con la farina. 
2 A questo punto unite un pizzico di sale, l’uovo, sbattuto leggermente, e l’acqua, lavorando il tutto fino a quando non otterrete un impasto liscio ed omogeneo. In questa fase consiglio sempre di tenere un pò di farina a portata di mano che vi aiuterà a lavorare l’insieme meglio. 
3 Avvolgete l’impasto ottenuto in un foglio di pellicola e mettete in frigo per due ora circa prima di cominciare a lavorarlo.

Per il ripieno

pomodorini 500g | zucchine genovesi 2 | formaggio caprino morbido 200g (io ho usato 150g di caprino e 150g di ricotta) | paprica qb | sale e pepe qb | olio evo qb
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1 Tagliate le zucchine genovesi a rondelle non troppo spesse e sbollentatele in abbondante acqua salata per qualche minuto in modo che si ammorbidiscano un po’. Scolatele, mettetele in un piatto per farle raffreddare e conditele con un filo d’olio sale e pepe. 
2 Lavate i pomodorini, metteteli interi in una padella antiaderente o in un wok, e lasciateli saltare un minuto giusto il tempo di condirli con un filo d’olio sale e pepe, mettete in un piatto a raffreddare. 
3 Prendete la pasta brisé che riposa nel vostro frigo, stendetela in una spianatoia aiutandovi con un po’ di farina, posizionatela nella teglia in modo che aderisca perfettamente alla base e ai bordi e bucherellate con una forchetta. 
4 Mettete sul fondo le rondelle di zucchine che formeranno il primo strato, poi il formaggio caprino, dove ho messo sopra un pochino di paprica e un pizzico di pepe, e poi posizionate i pomodorini interi tanto da ricoprire tutta la superficie della quiche. 
5 Fate cuocere in forno per mezz’ora a 180°C avendo cura di mettere la teglia nella parte bassa del forno per non fare annerire i pomodorini.

mercoledì 1 giugno 2011

tortina di caprino, zucchine e menta + 'campagna campagna'

(post veloce)

Prima di tutto la ricetta:
tortina caprino e zucchine
tortina caprino, zucchine e menta
Ingredienti
per la pasta brisée: 300 g di farina * 150g di burro * qualche cucchiaio di acqua fredda * 1 pizzico di sale.

per il ripieno: 300g di formaggio di capra fresco * 150g di panna da cucina * 2 uova * 20 foglioline di menta * 2 zucchine grandi * una spolverata di parmigiano grattugiato * un filo d'olio d'oliva * sale & pepe.


Preparazione
1 Mettete la farina e il burro (freddo) a pezzetti in una terrina con un pizzico di sale.
2 Impastate velocemente fino a quando il burro avrà assorbito tutta la farina. Mentre la lavorate se notate che si sta sbriciolando aggiungete qualche cucchiaio di acqua fredda. Quindi formate una palla di pasta e lasciate in frigorifero per mezz'ora.
3 Tagliate le zucchine a fettine sottili. Mescolate il formaggio fresco di capra con la panna, le uova, il sale e il pepe. Unite la menta tritata finemente e mescolate ancora.
4 Quindi stendete la pasta brisée su una teglia leggermente imburrata e versate il ripieno. Poi coprite con le fettine di zucchine, cospargete con il parmigiano grattugiato e un filo d'olio d'oliva. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per 45 minuti.

ricetta tratta da Inchiostro e Farina  

Oltre ad aver provato questa buonissima ricetta primaverile di Inchiostro e Farina (che Vera aveva messo fra le nostre mille bozze del blog!), questo fine settimana ci siamo goduti il sole (che ormai pare un ricordo lontano) in bicicletta per la campagna svizzera fra cicogne, falchi, mucche e campi di fragole... 

ma non ho proprio tempo per scrivere in questi giorni, quindi vi racconto tutto con le foto... 


'campagna campagna'




'campagna campagna'






'campagna campagna'







domenica 15 maggio 2011

bicchierini di cuccìa per santa Lucia (beh non proprio...)

L'ho detto tante volte che i dolci di ricotta sono i miei preferiti, quindi quando ho visto la ricetta della cuccìa siciliana sul libro dei "Calycanthi" non ho saputo resistere, anche se si tratta di un dolce preparato tradizionalmente per la festa di Santa Lucia, il 13 Dicembre! 
Il fatto poi che la sua preparazione abbia una lunga tradizione e una bella storia, la rende ancora più appetitosa ai miei occhi (e alle mie papille gustative) [un giorno mi cimenterò anche nella preparazione delle Minne di Sant'Agata, anche loro siciliane, anche loro a base di ricotta e con una bella e lunga tradizione]. 

Riporto qui la storia che ho trovato su La cucina di Calycanthus, così la potete leggere anche voi e ingolosirvi.
La cuccìa è un dolce che in Sicilia si prepara esclusivamente per Santa Lucia, il 13 dicembre. Come per quasi tutto, in Sicilia ne esistono svariate versioni che cambiano da città a città (oltre che da famiglia a famiglia), ma è soprattutto a Palermo e a Siracusa che la tradizione è sentita. A Palermo infatti sarebbe arrivata, secondo la leggenda proprio la notte tra il 12 e 13 dicembre di un anno di carestia del ’600 spagnolo, una nave carica di grano (vale a dire di salvezza…) ed è proprio il grano l’ingrediente principale e festeggiato nella cuccìa, assieme ai canditi e alla ricotta.
A Siracusa la faccenda, se possibile, è ancora più seria perché Santa Lucia che lì nacque, è sì patrona della città, ma non ci “abita” più poiché è stata rapita (in termini reliquiari) da pirati bizantini o veneziani e portata in laguna, dove ancora sta in una chiesa a lei dedicata, tutta bianca, proprio vicino alla stazione ferroviaria di Venezia-Santa-Lucia.
Forse per questo Santa Lucia è molto amata anche nel Triveneto, a Verona in particolare, ma anche nella bergamasca, dove tradizionalmente la notte fra il 12 e 13 dicembre porta dolci e ragali ai bambini.

Ingredienti (per 4-6 bicchierini)
* 400g di grano già cotto (io ho usato quello precotto per dolci, altrimenti lo si deve mettere in ammollo per due giorni cambiando l’acqua 2 volte al giorno)
* 200g di ricotta (io ho usato ricotta di mucca, ma quella di pecora sarebbe ancora meglio)
* 2 cucchiai di zucchero (il mio era di canna fair trade)
* canditi a piacere
* cioccolato fondente grattugiato a piacere

stoccu+cuccia
cuccìa siciliana



Preparazione
1 Se non disponete di quello precotto, tenete il grano in ammollo per 2 giorni cambiando l’acqua, quindi cuocetelo a fuoco basso in acqua leggermente salata per circa 3 ore. Una volta cotto scolatelo con molta cura e tenetelo da parte.

2 Montate la ricotta con le fruste elettriche assieme allo zucchero fino ad ottenere una crema molto leggera, quindi passatela al setaccio e unite prima i canditi, quindi il grano. 

3 Rimpite i bicchierini alternando strati di cioccolato e decorate a piacere. Lasciate riposare in frigo un paio di ore prima di servire.

Nota: esistono diverse versioni della cuccia: in tutte c'è il grano, in alcune la ricotta, in altre la crema di latte o la crema di giallo d'uovo, ma tutte sono dedicate a santa Lucia e si confezionano tradizionalmenteper la festa del 13 Dicembre.

ricetta tratta da la cucina Siciliana di Maria Teresa Di Marco, Marie Cécile Ferré
e Maurizio Maurizi (ovvero i Calycanti) - Guido Tommasi Editore 





Francesca sul suo blog ha deciso di "organizzare" una festa ispirata alle boccate di libertà e al profumo del gelsomino, raccogliendo post che parlano di questo fiore (ricette, pensieri, tè...). Lo spunto per questa idea è la notizia apparsa in questi giorni sui giornali che le autorità cinesi hanno deciso di bandire questo fiore (molto usato in Cina), diventato simbolo delle rivolte in Tunisia, come atto preventivo, insieme al Festival del gelsomino che si tiene ad Hengxia.
Lo scopo è sostenere i simboli "sovversivi" come quelli dell'amore e della natura e per inneggiare al meraviglioso tè al gelsomino, sperando che la sua lunga tradizione in Cina non scompaia. Mi sembra un'idea molto carina, anche se non so ancora bene se/come potrò partecipare, ma la segnalo volentieri qui sul blog!

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