giovedì 21 maggio 2009

Mille papaveri rossi e... un bicchiere di vino

Oggi qui è vacanza ed è anche una bellissima giornata, quindi sono stata fuori a fare una passeggiata...


... fra i campi di papaveri...

papaveri a Wettingen, 21 Maggio 2009. © Silvia


Quindi approfitto di questo post "vacanziero" per copiare sul blog un'altra poesia di Pablo Neruda dedicata ai piaceri del palato:

piazza delle Erbe (Padova) in un bicchiere. 20 Maggio 2007. © SiLviA




Oda al vino

Vino color de día,

vino color de noche,
vino con pies de púrpura
o sangre de topacio,
vino,
estrellado hijo
de la tierra,
vino, liso
como una espada de oro,
suave
como un desordenado terciopelo,
vino encaracolado
y suspendido,
amoroso,
marino,
nunca has cabido en una copa,
en un canto, en un hombre,
coral, gregario eres,
y cuando menos, mutuo.

A veces
te nutres de recuerdos
mortales,
en tu ola
vamos de tumba en tumba,
picapedrero de sepulcro helado,
y lloramos
lágrimas transitorias,
pero
tu hermoso
traje de primavera
es diferente,
el corazón sube a las ramas,
el viento mueve el día,
nada queda
dentro de tu alma inmóvil.
El vino
mueve la primavera,
crece como una planta la alegría,
caen muros,
peñascos,
se cierran los abismos,
nace el canto.
Oh tú, jarra de vino, en el desierto
con la sabrosa que amo,
dijo el viejo poeta.
Que el cántaro de vino
al beso del amor sume su beso.

Amor mio, de pronto
tu cadera
es la curva colmada
de la copa,
tu pecho es el racimo,
la luz del alcohol tu cabellera,
las uvas tus pezones,
tu ombligo sello puro
estampado en tu vientre de vasija,
y tu amor la cascada
de vino inextinguible,
la claridad que cae en mis sentidos,
el esplendor terrestre de la vida.

Pero no sólo amor,
beso quemante
o corazón quemado
eres, vino de vida,
sino
amistad de los seres, transparencia,
coro de disciplina,
abundancia de flores.
Amo sobre una mesa,
cuando se habla,
la luz de una botella
de inteligente vino.
Que lo beban,
que recuerden en cada
gota de oro
o copa de topacio
o cuchara de púrpura
que trabajó el otoño
hasta llenar de vino las vasijas
y aprenda el hombre oscuro,
en el ceremonial de su negocio,
a recordar la tierra y sus deberes,
a propagar el cántico del fruto.
Ode al vino

Vino color del giorno,
vino color della notte,
vino con piedi di porpora
o sangue di topazio,
vino,
stellato figlio
della terra,
vino, liscio
come una spada d’oro,
morbido
come un disordinato velluto,
vino inchiocciolato
e sospeso,
amoroso,
marino,
non sei mai presente in una sola coppa,
in un canto, in un uomo,
sei corale, gregario,
e, quanto meno, scambievole.

A volte
ti nutri di ricordi
mortali,
sulla tua onda
andiamo di tomba in tomba,
tagliapietre del sepolcro gelato,
e piangiamo
lacrime passeggere,
ma
il tuo bel
vestito di primavera
è diverso,
il cuore monta ai rami,
il vento muove il giorno,
nulla rimane
nella tua anima immobile.
Il vino
muove la primavera,
cresce come una pianta di allegria,
cadono muri,
rocce,
si chiudono gli abissi,
nasce il canto.
Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto
con la bella che amo,
disse il vecchio poeta.
Che la brocca di vino
al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio

Amor mio, d’improvviso
il tuo fianco
è la curva colma
della coppa
il tuo petto è il grappolo,
la luce dell’alcol la tua chioma,
le uve i tuoi capezzoli,
il tuo ombelico sigillo puro
impresso sul tuo ventre di anfora,
e il tuo amore la cascata
di vino inestinguibile,
la chiarità che cade sui miei sensi,
lo splendore terrestre della vita.

Ma non soltanto amore,
bacio bruciante
e cuore bruciato,
tu sei, vino di vita,
ma
amicizia degli esseri, trasparenza,
coro di disciplina,
abbondanza di fiori.
Amo sulla tavola,
quando si conversa,
la luce di una bottiglia
di intelligente vino.
Lo bevano;
ricordino in ogni
goccia d’oro
o coppa di topazio
o cucchiaio di porpora
che l’autunno lavorò
fino a riempire di vino le anfore,
e impari l’uomo oscuro,
nel cerimoniale del suo lavoro,
e ricordare la terra e i suoi doveri,
a diffondere il cantico del frutto.


Pablo Neruda
Ode al vino e altre odi elementari
Traduzione di Giovanni Battista De Cesare





6 commenti:

  1. Ciao Silvia!!
    Che bello rivedere la foto di piazza delle Erbe nel bicchiere, è incredibile pensare che sono passati già due anni dalla nostra gita a Padova!!
    Anche quassù è festa, ma ha piovuto tutto il giorno :(.
    Ciao, bacio!

    RispondiElimina
  2. ciao Giò! hai visto? era esattamente 2 anni (e un giorno) fa! Ci ho messo la data apposta, quando l'ho notato! Ti stavo pensando, volevo scriverti una mail perché l'altra notte ti ho sognata! Adesso vada a preparare la cena, poi ti scrivo! un bacione! Silvia

    RispondiElimina
  3. Che allegria che trasmettono i papaveri. La foto del bicchiere di vino è spettacolare, bravissima!
    Ciao
    Alex

    RispondiElimina
  4. è vero Alex, sono tra i miei fiori preferiti! Grazie per il complimento!! Buon weekend! Silvia

    RispondiElimina
  5. che regalo prezioso...questa poesia...e poi perdere lo sguardo fra il rosso e il blu...un bacione

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  6. grazie Lo! Buona domanica!! un bacione, Silvia

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