sabato 7 novembre 2009

Ultime foglie e bilancio... positivo!



Scrivo oggi il mio bilancio, oggi che ancora sono immersa in questa vita, in questo Nuovo Mondo, che finalmente l'inglese mi viene spontaneo (o quasi) anche quando parlo tra me e me!
Oggi che ancora assaporo una delle pagine più belle che l'America mi abbia regalato, piena di sole e di speranza.

Devo dire tanti GRAZIE. A Eugene, che è una delle persone più "alte" che abbia mai conosciuto. Non solo per statura fisica, ma anche umanamente ed intellettualmente.
A Linda, Toni, Amanda, Guolian, Seung-Hyun, Mary Ann, Nasui, Zhenqi, Hong, Weidong, Charles, che mi hanno accolta come una famiglia, incoraggiata silenziosamente a dare il meglio di me, in un clima sereno, di collaborazione, di scambio reciproco, senza distinzione di ruoli, con la voglia sempre viva di conoscere, di andare oltre, con l'umiltà di chiedere aiuto, con l'intelligenza di chi sa mettersi in discussione sempre e aprire la mente a diversi punti di vista.
Un GRAZIE infinito per l'immenso bagaglio di emozioni, piccole soddisfazioni personali e comuni condivise, per la finestra aperta su un giardino segreto e affascinante.

GRAZIE a Sara (soprattutto a Sara!), Eleonora, Renata, Alessandro, Tiziano e a tutti i miei amici di Charlottesville per ogni momento passato insieme.

L'America è un grande Paese. È impossibile per me spiegarla, probabilmente perché sarebbe presuntuoso pensare di averla capita. Ma c'è chi la conosce davvero l'America?! Un territorio immenso, grandi spazi e grandi silenzi, vuoti e "pieni", fortissime contraddizioni, tante culture che convivono e cercano l'integrazione.
Quello che posso raccontare è ciò che dell'America io ho sfiorato e percepito...



Io ho incontrato persone che amano il loro Paese e ne sono orgogliose. Persone che convivono con la diversità apertamente e sembrano ritenerla normale, sembrano non farci caso! Io sono arrivata e subito ho notato la presenza di tantissimi visi dai lineamenti asiatici, più o meno giovani, appena arrivati o qui da generazioni. E questo denota come io non sia abituata alla diversità, perché altrimenti non la noterei. Io li guardavo incuriosita, pensando a loro come a stranieri, come me. Invece la maggioranza di loro è americana e fa parte, così come gli afroamericani, i sudamericani, gli europei, di una società multietnica e, per mia esperienza, fiera di esserlo. Nessuno mi ha fatto sentire straniera, nessuno mi ha discriminata per la mia pronuncia strana o per il mio iniziale smarrimento, per le mie domande o la mia ignoranza a proposito di usi e costumi locali. Ho incontrato persone che pazientemente mi hanno spiegato e aiutata a capire.



Gli americani, qui, sono incredibilmente sportivi. Molto più sportivi e tonici che obesi! Corrono come dei matti, nel senso che fanno jogging in tantissimi, a tutte le età, con qualunque tempo, anche all'una del pomeriggio a Ferragosto, col sole allo zenit! E poi, cosa meravigliosa, fanno sport a scuola, in modo serio. Una cosa bellissima che ho fatto qui è stata partecipare a un training finalizzato a una gara di corsa di 4 miglia, promosso per incentivare le donne di tutte le età a dedicare del tempo a se stesse oltre che alla casa ed alla famiglia e per promuovere l'attività fisica come prevenzione, anche dei tumori. Il fine ultimo, ogni anno, da 17 anni, è la raccolta fondi per la lotta al tumore al seno.

Parlando di cibo e cucina, certo non si può dire che gli americani mangino raffinato, il più delle volte pasticciano nei fast-food con salse e salsette, ma devo dire che ho mangiato anche ottime zuppe e soprattutto della carne strepitosa (ovviamente con le patatine fritte, ma anche con delle appetitosissime patate al forno cotte con la buccia, che diventa croccante e dà un tocco in più). Le insalate non mancano mai, anche se sinceramente mi rimangono completamente oscuri i vari intingoli (dressings) che tentano di propinarti per condimento... Anyway, anche gli hamburgers non sono male se mangiati nei posti giusti, magari senza esagerare con ketchup e mustard e non tutti i giorni, a pranzo e cena ;)



L'espresso è praticamente un'utopia, anche se tutte le caffetterie tentano di riprodurlo e lo offrono tra le opzioni. Ma vi consiglio di lasciare perdere. Invece devo dire che la combinazione latte-caffé-cioccolata, che qui si chiama Mocha, è niente male. Ovviamente le dosi sono triple rispetto alle nostre mini tazzine da caffé: qui si beve tutto in mega bicchieroni, rigorosamente di carta, e corredati di coperchio con fessura e collarino anti-ustione. Sì perché qui il "to go" è un must, cioè prendere da bere o da mangiare senza fermarsi. Quindi via libera a tutti i gadgets più strani e ingegnosi, dalle vaschettine sagomate in polistirolo ai mega termos colorati!


Cosa dire ancora?! Potrei scrivere all'infinito, ogni giorno mi ha riservato grandi e piccole sorprese che, tutte insieme, e grazie alla condivisione con le persone incontrate, hanno reso questi mesi una indimenticabile esperienza di vita che vale tutti i sacrifici, grandi e piccoli, le crisi, i momenti di sconforto e di solitudine. Tutto questo mi ha reso, spero, più forte e saggia...



Upcoming english translation! Promise!

la vostra inviata da Charlottesville, VA

2 commenti:

  1. Veraaaaaaa! che bel post! :) Sono contenta che tu abbia avuto una così bella esperienza, ma ne ero anche un po' sicura! Te ne auguro mille altre! Certo che mi sembrava complicato ordinare un caffé a Trieste a causa del gergo, ma anche gli americano non scherzano! Qui a Starbucks non capisco mai cosa ordino: il latte è caffelatte, la mocha è caffelatte+cioccolato, il frappuccino ancora non mi è chiaro cosa sia... Mi dovrai fare uno schemino ora che sei entrata nella mentalità! ;) un bacione! Silvia PS: non vedo l'ora di rivederti, ormai manca poco!

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  2. Infatti Silvia! Le prime volte qui ci mettevo mezz'ora a leggere tutte le opzioni! E anche adesso, in posti nuovi, mi capita lo stesso! Ma è divertente! Una volta, pensa, siamo andate a mangiare delle bagels, che sono delle specie di panini, che puoi decidere tu come farcire! Loro ci mettono di tutto, ed è quello il bello! La mia bagel invece è risultata tristissima! Solo una fetta di pomodoro e una invisibile slice di provolone cheese... nemmeno l'insalata! Perché il problema è che bisogna essere veloci! Uff!

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