Trascrivo qui due brani appetitosi del libro che sto "divorando" (vista la natura degli stralci questa non è solo un'espressione metaforica): "la voce del violino" di Andrea Camilleri.
Leggendo queste pagine mi viene una gran voglia di mare, di sole e di... mangiare!
da pagina 35:
Leggendo queste pagine mi viene una gran voglia di mare, di sole e di... mangiare!
da pagina 35:
La cammarera Adelina gli aveva lasciato in frigo una vera squisitezza: la salsa corallina, fatta di uova d'aragosta e ricci di mare, per condire gli spaghetti. (…) L'acqua bolliva, calò la pasta. Squillò il telefono, ebbe un momento d'esitazione, incerto se rispondere o no. Temeva una telefonata lunga, che magari non era facilmente troncabile e che avrebbe messo a rischio il punto giusto di cottura della pasta. Sarebbe stata una catastrofe sprecare la salsa corallina con un piatto di pasta scotta. Decise di non rispondere. Anzi, per evitare che gli squilli gli turbassero la serenità di spirito indispensabile per gustare a fondo la salsetta, staccò la spina.
da pagina 102:
Vorrei tanto sperimentare tutte queste bontà: ho trovato perfino le ricette, ma credo di non avere a disposizione molti degli ingredienti quissù: mi dovrò ingegnare!
"Vuoi mangiarti tanticchia di pane di frumento? L’ho sfornato manco un’ora fa. Te lo conzo?”
Senza aspettare la risposta, tagliò due fette da una scannata, le condì con olio d’oliva, sale, pepe nero e pecorino, le sovrappose, gliele diede.
Montalbano niscì fora, s’assittò su una panca allato alla porta e al primo boccone si sentì ringiovanire di quarant’anni, tornò picciliddro, era il pane come glielo consava sua nonna.
Andava mangiato sotto quel sole, senza pinsare a niente, solo godendo d’essere in armonia col corpo, con la terra, con l’odore d’erba.
Vorrei tanto sperimentare tutte queste bontà: ho trovato perfino le ricette, ma credo di non avere a disposizione molti degli ingredienti quissù: mi dovrò ingegnare!
Silvia
PS: l'immagine del post, che è anche quella sulla copertina del libro, è "Le Violon Rouge" di Raoul Dufy (1948).
Uno dei più bei libri di Camilleri, anche per la cucina :-D
RispondiEliminaJacopo
eh si!!! concordo! :P ciao, grazie della visita! Silvia
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