Sabato era il 4 luglio. Da noi non significa nulla, ma negli Stati Uniti, è l'Indipendence Day. In realtà, la separazione delle colonie dalla Gran Bretagna risale al 2 luglio, ma il 4 luglio viene commemorato in quanto giorno in cui fu approvata dal congresso la Dichiarazione d'Indipendenza, scritta da Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, nonché fondatore dell'Università della Virginia, che ora mi ospita.
Ero un po' riluttante all'idea di un altro weekend avventuroso, ma Marta non ha faticato molto a convincermi - anche perché SiLviA aveva toccato gli argomenti giusti - così dopo una notte al computer per organizzare tutto, sono partita alla volta di Washington D.C.
La città è grande, ma per nulla caotica, è ordinata, tranquilla, e anche una giornata come la festa nazionale, che mi aspettavo straripante di gente, è trascorsa come una grande sagra di paese (anzi, più ordinata!). La polizia, a cavallo o in bicicletta, dirigeva il traffico, dava indicazioni, sorvegliava i "punti nevralgici" come il National Mall, dove si concentrava la festa, con bancarelle e tendoni per la distribuzione di cibo e bevande e palcoscenici per ogni sorta di dimostrazione: dal mantra Hare Krishna alla cucina gallese!
La nostra giornata è stata densissima: prima la visita alla National Gallery, proseguita anche domenica mattina con la sezione d'arte moderna, poi il pranzo nel Mall, in mezzo alla gente in festa, il pomeriggio a girovagare tra i banchetti e la serata a Georgetown, la città vecchia, culminata con i fuochi d'artificio.
Tanti colori, tanti angoli nascosti, tante facce sorridenti... Un weekend denso di tante cose, difficili da riassumere, anche con la macchina fotografica...
Ero un po' riluttante all'idea di un altro weekend avventuroso, ma Marta non ha faticato molto a convincermi - anche perché SiLviA aveva toccato gli argomenti giusti - così dopo una notte al computer per organizzare tutto, sono partita alla volta di Washington D.C.
La città è grande, ma per nulla caotica, è ordinata, tranquilla, e anche una giornata come la festa nazionale, che mi aspettavo straripante di gente, è trascorsa come una grande sagra di paese (anzi, più ordinata!). La polizia, a cavallo o in bicicletta, dirigeva il traffico, dava indicazioni, sorvegliava i "punti nevralgici" come il National Mall, dove si concentrava la festa, con bancarelle e tendoni per la distribuzione di cibo e bevande e palcoscenici per ogni sorta di dimostrazione: dal mantra Hare Krishna alla cucina gallese!
La nostra giornata è stata densissima: prima la visita alla National Gallery, proseguita anche domenica mattina con la sezione d'arte moderna, poi il pranzo nel Mall, in mezzo alla gente in festa, il pomeriggio a girovagare tra i banchetti e la serata a Georgetown, la città vecchia, culminata con i fuochi d'artificio.
Tanti colori, tanti angoli nascosti, tante facce sorridenti... Un weekend denso di tante cose, difficili da riassumere, anche con la macchina fotografica...
ciao Vera!!! sono contenta di averti aiutata a decidere se andare a Washington o no! Belle le foto...ma c'è Giacometti anche lì al museo?? che roba! Belle le foto, che strana la sagra americana! :) baci, S.
RispondiEliminaCiao! Girellavo per il vostro blog! Interessate questo post su Washington e sul 4 luglio! Deve essere bello star là!!!
RispondiEliminaBuonissime le vostre ricettine!
Ciao SiLviA! Sì c'è Giacometti anche lì! E sai quelle magnifiche opere svolazzanti stilizzate della Kunsthaus? Quelle appese anche fuori che mi piacciono tanto, ma di cui non ricordo l'autore? Ecco, ero convintissima a comprarne una riproduzione, ma ci sono solo a Zurigo!!! Mitica Svizzera!!!! :)
RispondiEliminaCiao Elisakitty, benvenuta!
Bella la foto del riflesso sui nomi...
RispondiEliminatutto far venir voglia di esserci o di passarci, un giorno magari
grazie..
un bacio
Grazie Nina, a presto!
RispondiElimina