Oggi qui è vacanza ed è anche una bellissima giornata, quindi sono stata fuori a fare una passeggiata...
... fra i campi di papaveri...
Quindi approfitto di questo post "vacanziero" per copiare sul blog un'altra poesia di Pablo Neruda dedicata ai piaceri del palato:
... fra i campi di papaveri...
Quindi approfitto di questo post "vacanziero" per copiare sul blog un'altra poesia di Pablo Neruda dedicata ai piaceri del palato:
Oda al vino Vino color de día, vino color de noche, vino con pies de púrpura o sangre de topacio, vino, estrellado hijo de la tierra, vino, liso como una espada de oro, suave como un desordenado terciopelo, vino encaracolado y suspendido, amoroso, marino, nunca has cabido en una copa, en un canto, en un hombre, coral, gregario eres, y cuando menos, mutuo. A veces te nutres de recuerdos mortales, en tu ola vamos de tumba en tumba, picapedrero de sepulcro helado, y lloramos lágrimas transitorias, pero tu hermoso traje de primavera es diferente, el corazón sube a las ramas, el viento mueve el día, nada queda dentro de tu alma inmóvil. El vino mueve la primavera, crece como una planta la alegría, caen muros, peñascos, se cierran los abismos, nace el canto. Oh tú, jarra de vino, en el desierto con la sabrosa que amo, dijo el viejo poeta. Que el cántaro de vino al beso del amor sume su beso. Amor mio, de pronto tu cadera es la curva colmada de la copa, tu pecho es el racimo, la luz del alcohol tu cabellera, las uvas tus pezones, tu ombligo sello puro estampado en tu vientre de vasija, y tu amor la cascada de vino inextinguible, la claridad que cae en mis sentidos, el esplendor terrestre de la vida. Pero no sólo amor, beso quemante o corazón quemado eres, vino de vida, sino amistad de los seres, transparencia, coro de disciplina, abundancia de flores. Amo sobre una mesa, cuando se habla, la luz de una botella de inteligente vino. Que lo beban, que recuerden en cada gota de oro o copa de topacio o cuchara de púrpura que trabajó el otoño hasta llenar de vino las vasijas y aprenda el hombre oscuro, en el ceremonial de su negocio, a recordar la tierra y sus deberes, a propagar el cántico del fruto. | Ode al vino Vino color del giorno, vino color della notte, vino con piedi di porpora o sangue di topazio, vino, stellato figlio della terra, vino, liscio come una spada d’oro, morbido come un disordinato velluto, vino inchiocciolato e sospeso, amoroso, marino, non sei mai presente in una sola coppa, in un canto, in un uomo, sei corale, gregario, e, quanto meno, scambievole. A volte ti nutri di ricordi mortali, sulla tua onda andiamo di tomba in tomba, tagliapietre del sepolcro gelato, e piangiamo lacrime passeggere, ma il tuo bel vestito di primavera è diverso, il cuore monta ai rami, il vento muove il giorno, nulla rimane nella tua anima immobile. Il vino muove la primavera, cresce come una pianta di allegria, cadono muri, rocce, si chiudono gli abissi, nasce il canto. Oh, tu, caraffa di vino, nel deserto con la bella che amo, disse il vecchio poeta. Che la brocca di vino al bacio dell’amore aggiunga il suo bacio Amor mio, d’improvviso il tuo fianco è la curva colma della coppa il tuo petto è il grappolo, la luce dell’alcol la tua chioma, le uve i tuoi capezzoli, il tuo ombelico sigillo puro impresso sul tuo ventre di anfora, e il tuo amore la cascata di vino inestinguibile, la chiarità che cade sui miei sensi, lo splendore terrestre della vita. Ma non soltanto amore, bacio bruciante e cuore bruciato, tu sei, vino di vita, ma amicizia degli esseri, trasparenza, coro di disciplina, abbondanza di fiori. Amo sulla tavola, quando si conversa, la luce di una bottiglia di intelligente vino. Lo bevano; ricordino in ogni goccia d’oro o coppa di topazio o cucchiaio di porpora che l’autunno lavorò fino a riempire di vino le anfore, e impari l’uomo oscuro, nel cerimoniale del suo lavoro, e ricordare la terra e i suoi doveri, a diffondere il cantico del frutto. |
Pablo Neruda
Ode al vino e altre odi elementari
Traduzione di Giovanni Battista De Cesare
Ode al vino e altre odi elementari
Traduzione di Giovanni Battista De Cesare
Ciao Silvia!!
RispondiEliminaChe bello rivedere la foto di piazza delle Erbe nel bicchiere, è incredibile pensare che sono passati già due anni dalla nostra gita a Padova!!
Anche quassù è festa, ma ha piovuto tutto il giorno :(.
Ciao, bacio!
ciao Giò! hai visto? era esattamente 2 anni (e un giorno) fa! Ci ho messo la data apposta, quando l'ho notato! Ti stavo pensando, volevo scriverti una mail perché l'altra notte ti ho sognata! Adesso vada a preparare la cena, poi ti scrivo! un bacione! Silvia
RispondiEliminaChe allegria che trasmettono i papaveri. La foto del bicchiere di vino è spettacolare, bravissima!
RispondiEliminaCiao
Alex
è vero Alex, sono tra i miei fiori preferiti! Grazie per il complimento!! Buon weekend! Silvia
RispondiEliminache regalo prezioso...questa poesia...e poi perdere lo sguardo fra il rosso e il blu...un bacione
RispondiEliminagrazie Lo! Buona domanica!! un bacione, Silvia
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