mercoledì 29 luglio 2009

Peperoni imbottiti

Siamo in partenza per un weekend lungo in Italia e quindi devo un po' svuotare il frigo. Approfitto quindi di questi due peperoni per partecipare alla raccolta di Konstantina!

Ingredienti (per 2 persone)

*
2 peperoni
* 2 pomodori maturi
* 1 cucchiaio di capperi
* una manciata di olive (io ho usato le taggiasche)
* 3 acciughe salate
* 3 cucchiai di pecorino grattuggiato
* 3 cucchiai di pangrattato
* sale & pepe
* un mazzetto di prezzemolo tritato

1 Tagliate la parte superiore dei peperoni, eliminando il peduncolo ed i semi, ma avendo cura di lasciare il foro piccolo.

2 Preparate la farcitura in una terrina mescolando la polpa dei pomodori maturi, i capperi, le olive snocciolate e ridotte a pezzettini, le acciughe ridotte in poltiglia, il pecorino grattuggiato, il prezzemolo, l'olio, il pangrattato bagnato e strizzato, sale e pepe.

3 Dopo avere ben amalgamato il tutto farcite i peperoni, disponeteli in una teglia da forno con l'olio, sistemati in piedi con l'apertura in alto. Passate a forno moderato per 30-45 minuti.




questa ricetta è tratta da Bottega Siciliana


Con questo piatto partecipo alla raccolta di Konstantina di ricette a base di peperone:


Raccolta peperoni


che poi finirà nella raccolta di raccolte di ricette estive gira gira l'orto di Evelyne e Simona:





sabato 25 luglio 2009

Polpo alla napoletana ("versione camilleriana")

Riprendo dopo un po' di tempo il ciclo di ricette tratte dai romanzi di Camilleri. Ho trovato diverse versioni di questo piatto e non mi è ancora chiaro quale sia quella originale, qualche napoletano me lo sa dire?
Su Nìvuro di sìccia è riportata una ricetta molto semplice (cioé polpi bolliti e conditi con sale, olio, limone, prezzemolo e pepe), ma che non corrisponde con la descrizione che l'autore ne fa in questo racconto. Per fortuna è venuta in mio soccorso la sezione di cucina di vigata.org che descrive anche la "versione camilleriana", più elaborata. Sfogliando i blogs ho visto che anche Gloricetta li prepara in una maniera molto simile: in pratica si tratta della versione polpo di quest'altro piatto a base di calamari.
È la prima volta che preparo il polpo, anche perché un po' mi fa impressione maneggiarlo; comunque questo primo esperimento è andato bene e, dopo un primo momento di diffidenza, ho subito preso gusto ad osservare questo strano essere che con le sue fantasiose geometrie mi affascina davvero molto: mi è quasi dispiaciuto mangiarlo, avrei passato tutto il tempo a fotografarlo!

"Che voli mangiari?"
"M'hanno detto che lei sa fare benissimo i polipi alla napoletana."
"Giusto dissero."
"Li vorrei assaggiare."
"Assaggiare o mangiare?"
"Mangiare. Ci mette i passuluna di Gaeta?"
Le olive nere di Gaeta sono fondamentali per i polipi alla napoletana.
Filippo lo taliò sdignato dalla domanda.
"Certo. E ci metto macari la chiapparina."
Ahi! Quella rappresentava una novità che poteva rivelarsi deleteria: non aveva mai sentito parlare di capperi nei polipi alla napoletana.
"Chiapparina di Pantelleria" precisò Filippo.
I dubbi di Montalbano passarono a metà: i capperi di Pantelleria, aciduli e saporitissimi, forse ci stavano o, nell'ipotesi peggiore, non avrebbero fatto danno.
Prima di muoversi verso la cucina, Filippo taliò negli occhi il commissario e questi raccolse il guanto di sfida. Tra lui e Filippo, era chiaro, si era ingaggiato un duello. Uno che di cucina non ne capisce, potrebbe ammaravigliarsi: e che ci vuole a fare due polipetti alla napoletana? Aglio, oglio, pummadoro, sale, pepe, pinoli, olive nere di Gaeta, uvetta sultanina, prezzemolo e fettine di pane abbrustolito: il gioco è fatto. Già, e le proporzioni? E l'istinto che ti deve guidare per far corrispondere a una certa quantità di sale una precisa dose d'aglio?


da Quello che contò Aulo Gellio in Un mese con Montalbano
di Andrea Camilleri, pag. 147-148, Mondadori (1998)



Ingredienti (per 2 persone)

* polpo (circa 400-500g)

* 2 spicchi d'aglio, prezzemolo

* una manciata di pinoli

* 2 pomodori pelati

* 1 manciata di olive nere di Gaeta (io ho usato delle olive greche)

* una manciata di uvetta sultanina

* 1 cucchiaiata di capperi di Pantelleria (i miei non lo erano...)

* pepe & sale

* olio di oliva





Preparazione

1 Pulite il polpo, levando loro la bocca, gli occhi e la vescica. Sbattetelo per renderlo più tenero, pelatelo, lavatelo e tagliatelo a pezzetti.

2 Preparate un soffritto in una casseruola con l'olio, l'aglio, il prezzemolo tritato e unite i polpi. Continuate la cottura a fuoco lento, coprendo e smuovendo il tutto perchè non si attacchi al fondo.

3 Nel frattempo pestate i pinoli e alcuni capperi sciogliendo il tutto in un poco di acqua calda; versate questo composto nella casseruola insieme ai pomodori pelati, l'uvetta e le olive; salate e pepate a piacere.

4 Lasciate cuocere il tutto per circa 1/2 ora. Servite il tutto con qualche fettina di pane abbrustolito.


ricetta di Francesca Signorelli Grifasi tratta da vigata.org




PS: Io in realtà l'ho prima bollito per un po', l'ho lasciato raffreddare nell'acqua e poi l'ho spellato, dato che non riuscivo a spellarlo da crudo, quindi l'ho unito al sugo diminuendo il tempo di cottura. Forse è stato un errore perché mi è venuto un po' gommoso, la prossima volta seguirò la ricetta alla lettera!

venerdì 24 luglio 2009

Marmellata di pesche

Continua la mia produzione artigianale di marmellate. Stavolta tocca alle pesche. Mi spiace non proporvi accostamenti originali e nuovi con spezie o altro, ma qui sono un po' limitata... Stavolta ho preso spunto per le dosi da Mani in pasta. La marmellata di pesche è forse quella che preferisco, anche se devo dire che la mia idea di marmellata è stata stravolta da quando la autoproduco! Sono tutte meravigliose, non saprei quale scegliere! Decisamente la colazione è il pasto che preferisco!

Ingredienti

*600 g di pesche sbucciate e tagliate a pezzi (più o meno grandi a piacimento)
*300 g di zucchero di canna
*il succo di un limone

Il procedimento è sempre lo stesso. Vi suggerisco la meravigliosa marmellata di Anice&Cannella, che non vi ripropongo semplicemente perché non era stata ancora pubblicata quando ho fatto questa marmellata. Quindi, la prossima volta...

martedì 21 luglio 2009

Risotto di mirtilli&miele

Stasera ho invitato a cena le mie amiche Sara, Eleonora ed Amy. È stata una serata improvvisata all'ultimo momento... Avevo dei mirtilli in frigo e, oltre alla marmellata, volevo sperimentare il risotto de Il Pasto Nudo! È stato apprezzato, anche se purtroppo, come consuetudine per i miei piatti americani, mi mancavano ingredienti fondamentali, come il vino rosso e la menta, quindi direi che si può decisamente migliorare! Ma la ricetta base non è male. Vi confesso, che nonostante non fosse previsto, ho aggiunto qualche manciata di parmigiano, perché il risotto senza parmigiano, a casa mia, non è risotto (a parte quello coi frutti di mare). Voi cosa ne pensate? Lo mettete sempre il parmigiano nel risotto, o fate delle eccezioni?


Ingredienti

Per il brodo vegetale

*500 grammi d’acqua oligominerale
*qualche costina interna di sedano
*1 carota
*1 piccola cipolla di tropea
*2 spicchi di aglio fresco
*qualche fogliolina di basilico genovese
*qualche rametto di timo fresco

Per il risotto

*200 grammi di riso originario
*100 grammi di mirtilli neri
*1 cucchiaio di erba cipollina
*il brodo di cui sopra
*1/2 bicchiere di vino rosso fermo
*2 cucchiai di miele
*olio extra vergine d’oliva
*sale e pepe

1 Date una sciacquata alle verdure e alle erbe aromatiche e mettetele tutte in una pentola piccola con l’acqua fredda. Accendete il fuoco a fiamma molto bassa, coprite e lasciate sobbollire pianissimo, ci vorrà una mezz’oretta o tre quarti d’ora, fino a quando il brodo non avrà un profumo delizioso. A questo punto togliete le verdure e lasciate il brodo nella pentola bollente, sempre chiusa con il coperchio.

2 Prendete una padella di media grandezza, accomodatela sulla fiamma molto bassa, coprite appena il fondo con l’olio, e appena sarà caldo (non bollente) aggiungete il riso e l’erba cipollina, mescolate e lasciate tostare il riso per qualche minuto, sempre a fiamma lieve.

3 Quando vedrete che i chicchi saranno diventati quasi trasparenti versate il vino, alzate la fiamma per farlo sfumare e mescolate fino a quando il riso lo avrà assorbito completamente.

4 Adesso riabbassate la fiamma e aggiungete il brodo un pochino alla volta, facendolo assorbire tutto dal riso.

5 Intanto lavate e asciugate i mirtilli e frullateli con il minipimer lasciandone qualcuno per decorare il piatto.

6 Quando il riso sarà a tre minuti dalla cottura aggiungete il purè di mirtilli, mescolate e finite la cottura. Non fate asciugare troppo perché anche quando avrete tolto il risotto dal fuoco continuerà ad assorbire un pochino il liquido.

7 Prendete un bel coppapasta e impiattate il riso premendolo un po’ per fargli prendere la forma. Aggiungete sulla superficie i mirtilli rimanenti, versate a filo un po’ di miele, qualche fogliolina di menta e, se vi piace, una spolverata di pepe bianco.

la vostra inviata da Charlottesville, VA

sabato 18 luglio 2009

Aubergine's Day: ricette (quasi) parallele


Oggi io e Vera volevamo preparare una ricetta parallela, in contemporanea, proprio come facevamo sempre la domenica quando il nostro blog era appena nato. Purtroppo per problemi di fuso orario e di ingredienti non facilmente reperibili abbiamo dovuto optare per due ricette diverse, ma abbiamo scelto la melanzana come minimo comune denominatore per i nostri piatti: io ho preparato gli gnocchetti di melanzane di Adrenalina (proprio ieri riproposti da Il pasto Nudo) e Vera la "Mousse di melanzane".


Gnocchetti di Melanzane

Ingredienti (per 4 persone)

* 2 melanzane di circa 400g l'una
* 150g di farina
* 1 uovo
* 1 cucchiaio di basilico tritato
* 50g di parmigiano
* olio
* uno spicchio d'aglio
* sale & pepe
* sugo di pomodoro fresco

Preparazione


1 Tagliate a metà le melanzane e mettetele in una teglia rivstita di carta da forno e cuocetele a 180° per circa 40 minuti, finché la polpa dentro sia ben cotta.

2 Scavate le melanzane con un cucchiaio, dividendo la polpa dalla buccia. Sminuzzate la polpa e cucinatela in una padella con un filo d'olio per farla asciugare, aggiungete a piacere anche uno spicchio d'aglio per profumare.


3 Mettete la polpa in una planetaria o in una ciotola e lasciate raffreddare.

4 Nel frattempo preparate il sugo di pomodoro (io ne avevo un po' avanzato da ieri sera!).

5 Quando il composto di melanzane è freddo aggiungete l'uovo, la farina, il basilico tritato, il parmigiano, salate e pepate e mescolate il tutto fino ad ottenere un composto omogeneo.

6 Formate gli gnocchetti con l'aiuto della forchetta. Immergeteli nell' acqua bollente salata; quando torneranno a gala saranno cotti, quindi ripescateli dalla pentola e conditeli con il pomodoro.




ricetta tratta da Il Mondo di Adrenalina




Ecco, io (VerA) per l'Aubergine's Day volevo fare il Baba gannouj de Il Pasto Nudo. Ma in realtà, causa riarrangiamento per mancanza di ingredienti, ciò che ne è venuto fuori, è qualcosa di mooolto diverso! Perché le mie melanzane erano bellissime, ma al termine della cottura in forno erano impossibili da schiacciare con la forchetta, quindi ho dovuto cucinarle ancora un po' in padella con acqua e olio per ammorbidirle. Il sale e l'aglio li ho aggiunti in questa fase; a freddo invece il limone, basilico (e non menta o prezzemolo) e mandorle tostate anziché tahin! Quindi potete immaginare, una bella differenza, manca l'ingrediente base! Non so perché ho capito solo alla fine che il tahin non era solo sesamo tostato... Forse dal colore e dalla consitenza poco spalmabile della mia creazione? Mah... Credo che il nome per questo piatto potrebbe essere: Melanzanata con limone e mandorle! Ma se avete altre idee, rimando il battesimo!

Gli ingredienti del Baba gannouj ve li ripeto lo stesso, sia che vogliate farlo, sia che vogliate provare la mia invenzione, apportando le modifiche di cui sopra alla ricetta originale! ;)

Ingredienti

*2 melanzane grandi
*2 cucchiai di tahin
*il succo di un limone
*1 spicchio d’aglio
*menta o prezzemolo
*olio extra vergine d’oliva
*sale

1 Preriscaldate il forno a 180°C.

2 Lavate le melanzane, toglietegli il picciolo, bucherellatele con una forchetta e infornatele fino a quando la pelle non sarà raggrinzita (ci metteranno circa tre quarti d’ora).

3 Quando saranno belle avvizzite tiratele fuori dal forno, lasciatele raffreddare, apritele a metà nel senso della lunghezza e scavate la polpa con un cucchiaio, mettendola in una ciotola (anche questa operazione per me è stata impossibile, io le ho pelate!).

4 A questo punto potete scegliere se schiacciare semplicemente la polpa con una forchetta oppure passarla nel passaverdure.

5 Aggiungete il tahin, l’aglio tritato finissimo (o se preferite grattugiato - magari con la microplane), il sale e il succo di limone.

6 Mescolate bene, coprite con la pellicola senza pvc e mettete in frigo. Il baba gannouj diventa migliore dopo un paio di giorni, ed è perfetto spalmato su crostini di pane tostati.

7 Prima di servirlo aggiungete menta tritata se vi piace, altrimenti il prezzemolo va benissimo, un filo d’olio a crudo e facoltativamente un po’ di peperoncino piccante.

P.S. Io credo che lo proverò come base di una bruschetta con brie e basilico fresco! Chissà!

Un momento però!!! Leggendo più attentamente il post di Il Pasto Nudo, vedo il link a quest'altra versione, proposta da La volpe e l'uva e, a parte i pistacchi, potrebbe essere molto simile alla mia... perché non c'è il tahin, ma i pistacchi frullati insieme alle melanzane, precedentemente cotte al vapore, con la buccia! Questa è una ottima soluzione, perché togliere la buccia per me non è stato molto semplice... Quindi, forse, se avessi un frullatorino e aggiungessi molto olio, come dice lei, e i pistacchi, la cosa senza nome assomiglierebbe a una mousse!!! Proviamo! Vi farò sapere!

(Avrete notato che manca la foto della mia creazione... Ma deve stare una notte almeno in frigo! E quindi pubblicherò la foto al termine dell'attesa! Nel frattempo deciderò come proporvelo, bruschetta o altro, e anche come chiamarlo! E chissà, magari proverò un'altra versione! Nel frattempo, gustatevi gli gnocchi di SiLvia).

19 Luglio 2009
Come promesso, ecco il ritratto della mia creazione! Non si tratta del Baba gannouj e nemmeno di una mousse dato che non ho nulla per omogeneizzare la polpa... quindi direi che si tratta di una "melanzanata". Devo perfezionarla ma il sapore mi piace! L'abbinamento con il prosciutto di Parma è davvero gustoso, semplice e veloce da preparare!

mercoledì 15 luglio 2009

Tortino di alici e melanzane (e gita a Neuchâtel)

Finalmente è arrivata la stagione per le melanzane e i pomodori (che sono forse le mie verdure preferite)! Le temperature quasi autunnali di questi giorni [ndr: il post è di domenica, adesso fa più caldo!] hanno, se non altro, il vantaggio di farmi usare il forno senza soffrire, quindi mi è sembrato il momento più adatto per preparare questa ricetta che avevo visto tempo fa sfogliando il blog de l'osso e la lisca.



Ingredienti

*
500 gr di alici fresche

* 2 melanzane di media grandezza

*
250 gr di pomodorini

*
5-6 pomodori secchi

*
50gr di mollica di pane

*
1 cucchiaio di parmigiano grattugiato

*
1 mazzetto di basilico

*
1 mazzetto di prezzemolo

*
la scorza grattugiata di un limone

*
pinoli

*
1 spicchio d'aglio

*
olio extavergine

*
sale & pepe


Preparazione

1 Pulite i pesciolini, eliminando testa, la lisca e visceri, apriteli a libro e sciacquateli sotto l'acqua corrente, quindi tamponate con carta assorbente.

2 Tagliate le melanzane a fette, spennellatele con l'olio aromatizzato con mezzo spicchio d'aglio tritato e scottatele alla piastra.

3 Sbollentate i pomodorini e pelateli (io non li ho pelati perché li preferisco con la buccia!).

4 Passate al mixer la mollica di pane, il prezzemolo, il basilico, mezzo spicchio d'aglio tritato, la scorza grattugiata del limone, una manciata di pinoli e il parmigiano; aggiungete un filo d'olio evo e un pizzico di sale.

5 Disponete in una pirofila da forno uno strato di melanzane, uno di acciughe, qualche pomodorino tagliato a metà e uno o due pomodori secchi a pezzetti, condite con poco sale e pepe e infine cospargete con il pane aromatizzato; procedete in quest'ordine fino ad esaurimento degli ingredienti. Infornate la pirofila a 180° per circa 15 minuti. Servite il tortino tiepido.

ricetta tratta da l'osso e la lisca



... nonostante il tempo incerto, non ho trascorso tutto il weekend ai fornelli!
Visto che le nuvole non permettevano passeggiate bucoliche, ho pensato di tornare a Neuchâtel per vedere il Centre Dürrenmatt Neuchâtel che l'altra volta avevo saltato.
Conosco Dürrenmatt solo come scrittore ed ero davvero curiosa di vedere anche i suoi disegni e quadri; purtoppo però l'esposizione permantente (come è scritto sul sito internet in una piccola parentesi che proprio non avevo notato) è trasferita in Germania fino a settembre e in questo periodo sono esposte solo pochissime opere a Neuchâtel.


Nonostante ciò è valsa la pena di fare questa gita. Il museo si trova sulle colline in mezzo ai boschi e da lassù c'è una bellissima vista sul lago e sulle alpi: immagino che con una giornata di sole debba essere davvero da togliere il fiato. Inoltre il museo temporaneamente ospitava una mostra su Pier Paolo Pasolini (Pier Paolo Pasolini - Qui je suis) davvero interessante, accompagnata da una rassegna cinematografica in città. In una stanza del museo venivano anche proiettati alcuni documenti filmati con interviste e spezzoni di film: è stato molto bello riguardare i Comizi d'amore raccolti fra la gente nell'Italia degli anni sessanta.

* Il mondo non mi vuole
più e non lo sa (P. P. Pasolini) *


Neuchâtel poi è una cittadina davvero graziosa attraversata da viuzze strette e per lo più in salita, le case hanno quasi tutte le finestre colorate e sono decorate spesso da piccoli trompe l'oeil... tutto sommato non mi dispiace non essere riuscita a vedere il museo, così ho una scusa per tornarci presto! La cosa buffa è che durante tutta la giornata ho continuato istintivamente a rispondere in tedesco alla gente che mi parlava in francese, mettendomi così nei guai, visto che tutti passavano subito a parlarmi in tedesco, convinti che fossi in grado di parlarlo bene... ho perfino risposto ad un signore che mi si rivolgeva in francese la mia tipica frase di quando non capisco: "Entschuldigung, ich spreche nur ein bisschen Deutsch!" (mi scusi, parlo solo un po' di tedesco)... credo che abbia pensato che fossi pazza! La prossima volta devo cercare di controllare un po' la mia confusione linguistica...




domenica 12 luglio 2009

Monticello e Marmellata di lamponi con cardamomo e lavanda

Monticello. Thomas Jefferson la disegnò di suo pugno, ispirato all'opera di Andrea Palladio e all'architettura rinascimentale europea.
La villa sorge sulla sommità di una collina alta circa 260 metri (867 piedi), da cui il nome Monticello, "piccolo monte". È circondata da 2000 ettari (5000 acri) di terreno coltivato e da un variopinto giardino.


Purtroppo non abbiamo potuto visitare l'interno della casa, l'attesa richiesta era troppo lunga, il tempo minacciava pioggia e ci aspettavano altre 2 miglia a piedi per tornare alla macchina. In compenso il sito ufficiale offre la possibilità di un esauriente tour guidato, che sto facendo stanza per stanza. La casa è arredata in modo elegante con mobili e stoviglie disegnati da Jefferson stesso, e realizzati poi, per la maggior parte, in Francia. Jefferson era senz'altro un personaggio straordinario, di grande intelligenza, lungimiranza e cultura. La sua biblioteca qui a Monticello annovera più di 6700 titoli. Jefferson sapeva leggere in ben 7 lingue e non poteva vivere senza libri - "I cannot live without books"- come scriveva a John Adams nel 1815. Jefferson era fermamente convinto che l'istruzione fosse un requisito fondamentale per la sopravvivenza della democrazia e nel 1817 fondò l'Università della Virginia a suffragio dell'"illimitabile libertà della mente umana - on the illimitable freedom of the human mind". Last but not least, Jefferson fu uno dei principali redattori della Dichiarazione d'Indipendenza e della Costituzione degli Stati Uniti d'America, una delle più antiche costituzioni scritte tuttora vigenti, il cui incipit, come ricorda sempre il mio papà, suona così: "We the People"...

Il pomeriggio trascorso tra le colline della Virginia mi ha regalato anche un pugnetto di lamponi raccolti col sudore della fronte (a causa dell'afa che affligge anche questa zona, come la Pianura Padana!). Non ho resistito alla tentazione di provare il sapore della marmellata! Avrei voluto ispirarmi a Semi di Papavero, ma non ho né cardamomo, né fiori di lavanda, al momento. Vi propongo comunque la sua ricetta, perché prima o poi la farò!

Ingredienti

1 Kg di lamponi
800 g di zucchero zefiro
2 capsule di cardamomo
fiori di lavanda

1 Lavate i lamponi sotto acqua corrente e tamponate l'acqua in eccesso. Mescolate i lamponi con lo zucchero in una capace terrina, coprite e lasciate riposare tutta la notte.
2 Il giorno dopo, ponete il tutto in una pentola, unite i semi pestati di due capsule di cardamomo e iniziate la cottura a fiamma lenta, mescolando e schiumando ogni tanto.
3 Prima di travasare nei vasetti precedentemente sterilizzati, aggiungete i fiori di lavanda, sminuzzati.
4 Conservate in luogo fresco e buio.


la vostra inviata da Charlottesville, VA

venerdì 10 luglio 2009

Pappa col pomodoro

Cosa fare con dei pomodori maturi e delle cipolle una sera di pioggia?! La pappa col pomodoro! Ma certo!!! La ricetta l'ho trovata da Viviana, Cosa ti preparo per cena?
Il risultato è cremoso, gustoso, delicato, nonostante le mie materie prime non fossero sopraffine, quindi immaginate voi se fossero state il top! Vi consiglio di provarla coi pomodori dell'estate italiana, soprattutto magari raccolti in un bell'orto!

Ingredienti

* 400 g di pomodoro a pezzi
* 150 g di pane toscano raffermo
* olio extra vergine di quello buono
* una piccola cipolla rossa
* uno spicchio d'aglio
* mezzo litro di brodo vegetale
* una decina di foglie di basilico

1 Affettate la cipolla sottile sottile e sminuzzate l'aglio a cui avrete precedentemente tolto il germoglietto.
2 In una pentola di coccio soffriggete il trito, e quando la cipolla inizierà a dorarsi, aggiungete il pomodoro, metà del basilico, salate, pepate e aggiungete un pizzichino di zucchero.
3 Fate cuocere mezz'ora. Se le fette di pane toscano non sono proprio rafferme, fatele asciugare un pochino al forno.
4 Trascorsa la mezz'ora aggiungete il pane spezzettato, il brodo, e continuate la cottura per un'ulteriore mezz'ora, mescolando di tanto in tanto per favorire lo spappolamento della pappa.
5 Sul piatto aggiungete un giro d'olio di quello buono, una macinata di pepe macinato fresco, qualche cucchiaio di parmigiano e la restante parte del basilico.

giovedì 9 luglio 2009

July 4th: Washington D.C.

Sono un po' in ritardo col mio diario di bordo, ma questa settimana è cominciata male. Comunque vedrò di recuperare!
Sabato era il 4 luglio. Da noi non significa nulla, ma negli Stati Uniti, è l'Indipendence Day. In realtà, la separazione delle colonie dalla Gran Bretagna risale al 2 luglio, ma il 4 luglio viene commemorato in quanto giorno in cui fu approvata dal congresso la Dichiarazione d'Indipendenza, scritta da Thomas Jefferson, terzo presidente degli Stati Uniti, nonché fondatore dell'Università della Virginia, che ora mi ospita.

Ero un po' riluttante all'idea di un altro weekend avventuroso, ma Marta non ha faticato molto a convincermi - anche perché SiLviA aveva toccato gli argomenti giusti - così dopo una notte al computer per organizzare tutto, sono partita alla volta di Washington D.C.

La città è grande, ma per nulla caotica, è ordinata, tranquilla, e anche una giornata come la festa nazionale, che mi aspettavo straripante di gente, è trascorsa come una grande sagra di paese (anzi, più ordinata!). La polizia, a cavallo o in bicicletta, dirigeva il traffico, dava indicazioni, sorvegliava i "punti nevralgici" come il National Mall, dove si concentrava la festa, con bancarelle e tendoni per la distribuzione di cibo e bevande e palcoscenici per ogni sorta di dimostrazione: dal mantra Hare Krishna alla cucina gallese!


La nostra giornata è stata densissima: prima la visita alla National Gallery, proseguita anche domenica mattina con la sezione d'arte moderna, poi il pranzo nel Mall, in mezzo alla gente in festa, il pomeriggio a girovagare tra i banchetti e la serata a Georgetown, la città vecchia, culminata con i fuochi d'artificio.

Tanti colori, tanti angoli nascosti, tante facce sorridenti... Un weekend denso di tante cose, difficili da riassumere, anche con la macchina fotografica...

La vostra inviata da Washington, District of Columbia

martedì 7 luglio 2009

Zuppa tiepida di pomodori e peperoni (de "Il gatto goloso")

Ho appena ricordato le condizioni meteorologiche infauste che mi hanno accolto due anni fa al mio arrivo in Svizzera... ed ecco che mi sembra di essere tornata indietro a quei giorni!
Infatti negli ultimi giorni le temperature si sono abbassate vertiginosamente e continua a piovere. Oggi pioveva anche in orizzontale e la gente teneva l'ombrello aperto perfino sotto la tettoia della stazione perché sembrava non esserci scampo neanche lì!
Quale momento migliore per farsi una minestra calda al ritorno a casa? Questa zuppa estiva del Gatto Goloso ci voleva proprio!



Ingredienti

*
400 g di pomodori

* 2 peperoni rossi o gialli (io li avevo uno rosso e uno verde)

* 1 cipolla

* 1 fetta di pane

* olio

* sale&pepe

* tabasco (io ho messo un po' di peperoncino)

* basilico

* ricotta di pecora (io ho usato un formaggio fresco di capra)




Preparazione

1 Scottate i pomodori in acqua bollente, sbucciateli ed eliminate i semini.

2 Affettate la cipolla finemente e soffriggetela in un cucchiaio di olio extravergine d'oliva. Unite i pomodori tagliuzzati, il pane (solo la mollica), sale, pepe, basilico e acqua calda q.b.

3 A parte, tagliate i peperoni, eliminate i semi e soffriggeteli, salate e cuocete finchè non siano teneri. A fine cottura aggiungete qualche goccia di tabasco (o un po' di peperoncino). Quando sia i pomodori che i peperoni sono pronti, frullateli con il frullatore ad immersione e lasciate intiepidire.

4 Servire con della ricotta di pecora lavorata con pepe e dei crostini di pane.


ricetta tratta (e riadattata) da Il gatto goloso







sabato 4 luglio 2009

È passato un altro anno!

Mi sembra ieri quando ho annotato sul blog che era passato un anno dal nostro trasloco in Svizzera... e invece ne è già trascorso un altro!

Tante cose sono cambiate in questo tempo e, prima di tutto, il mio rapporto con questa piccola strana nazione, aperta e moderna per certi aspetti e molto provinciale per altri.

In questi due anni ho conosciuto un sacco di persone da ogni parte del mondo. Ogni mattina in tram sento parlare decine di lingue diverse, a volte mescolate assieme nello stesso discorso; per strada ci sono tanti bambini figli di razze e culture lontane, ma che in fondo sono proprio come i bambini svizzeri. Tutti qui sanno parlare almeno due lingue, anche i più anziani e capita spesso che attacchino bottone per strada o sui mezzi pubblici, anche con noi stranieri.



Tutto funziona benissimo, tutto è sempre sotto controllo, anche troppo... a volte si sente quasi la mancanza dell'imprevisto! La gente è molto civile ed educata, ripettosa di quello che è di tutti. È un popolo che ama molto il proprio paese e la natura e per questo cerca di valorizzarli e rispettarli al massimo.

Nonostante ciò, a volte la Svizzera sembra essere una grande provincia, in cui la gente parla in dialetto, anche alla radio e in cui chi vive a Zurigo considera molto diversi gli abitanti di Basilea e viceversa. Qui sui giornali le notizie locali spesso meritano grandi titoloni che fanno un po' sorridere e non c'è giorno in cui nella pagina sportiva non si parli di Federer, ormai incontrastato eroe nazionale.
Tutti sono molto patriottici e mettono bandierine rosse e bianche dappertutto, anche sugli oggetti più improbabili. È un paese strano, controverso, a volte contradditorio, che va capito.

Il mio primo impatto non è stato dei più felici, anche a causa della burocrazia invadente, della poca familiarità con mentalità della gente e del clima per lo più freddo e piovoso anche durante tutta l'estate!

Adesso, dopo due anni, credo di aver imparato ad apprezzare questo piccolo strano paese e la sua gente seria e ordinata, ma anche un po' pazza.
Dürrenmatt in un suo racconto parla di un commissario svizzero che ha uno stanzino accanto all'ufficio completamente in disordine e commenta:
"Regnava sempre un disordine spaventoso in quella stanza, non voglio negarlo; libri e pratiche ammucchiati alla rinfusa, per principio si capisce, perché sono dell'opinione che in questo Stato così ordinato ciascuno ha il dovere di crearsi delle piccole isole di disordine, sia pure di nascosto." [F. Dürrenmatt, La promessa (das Versprechen), traduzione di S. Daniele, Einaudi editore]

Credo che questo rispecchi molto la Svizzera, ordinata e pulita, ma in fondo mai banale, sempre con un lato creativo e un po' sopra le righe!

Per festeggiare i miei primi due anni nella patria del cioccolato e la mia faticosamente conquistata armonia con essa, allego al post qualche foto delle splendide colline attorno al mio paese... Qui quando c'è il sole i colori sono bellissimi e sembra un po' di passeggiare in un quadro di Van Gogh...















giovedì 2 luglio 2009

Buon compleanno papà!

Oggi è il compleanno del mio papà! Forse il primo che passiamo lontani...

Vorrei che sentisse il mio calore, nonostante la distanza, vorrei che sentisse il mio grazie per tutto quello che è, è stato e sarà! Per l'incoraggiamento che mai mi ha fatto mancare, per l'attenzione, la presenza costante, i consigli, la consolazione, per l'amore che mi ha trasmesso per il sole, l'acqua, lo sport, le cose semplici, per il coraggio di essere me stessa e di manifestarlo, a dispetto di ciò che gli altri possano pensare... Per essere una persona colta, con tanti interessi, per essere semplicemente il mio papà, che mi ha tenuta in braccio, mi ha portata in bicicletta sul seggiolino rosso, e in piscina ogni sabato mattina sin dalla più tenera età, che mi aspetta sulle salite dei Colli, che crede in me, sempre e comunque!



Tanti auguri papà!

mercoledì 1 luglio 2009

Patate sablé

Volevo fare da tanto tempo queste sfiziosissime patate sablé. Ovviamente ho dovuto addomesticare la ricetta. Non avendo molte spezie, eccetto l'origano, ho aggiunto una cipolla e il pepe. La cosa che più mi attirava di questo piatto era lasciare la buccia alle patate che, tra l'altro, è ricca in vitamine e minerali, oltre ad essere molto rustica e decorativa.

Ingredienti:


4 patate grosse
2 fette di pane raffermo
2 cucchiai di olio
2 cucchiai di parmigiano
aglio (facoltativo)
sale
pepe
timo
origano
paprika

1 Lavate le patate con la buccia sotto acqua corrente e spazzolatele per eliminare dalle fessure la terra.
2 Asciugatele e tagliatele a rondelle sottili (sempre con la buccia).
3 In un tegamino scaldate l'olio e rosolatelo insieme all'aglio, eliminatelo e cuocete le patate a fiamma bassa. Salate.
4 Passate al mixer le fette di pane e riducetele in briciole non troppo fini.
5 In una ciotola versate il parmigiano, il sale, il pepe, la paprika, l'origano (e quello che volete...) e le briciole.
6 Cinque minuti prima del termine della cottura delle patate, versateci le briciole e cuocete ancora finché le briciole non risultino dorate e croccanti.

Tratto da il Gatto Goloso

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ipse dixit...

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  • the most important thing is to enjoy life - to be happy - that's all that matters (Audrey Hepburn)
  • ho imparato tante cose qui... non solo a cucinare, ma una ricetta molto più importante: ho imparato a vivere. Ho imparato ad essere qualcosa di questo mondo che ci circonda, senza stare lì in disparte a guardare... (dal film Sabrina)
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gocce di rugiada

  • one step at the time
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